domenica 9 novembre 2008

Rifondazione Comunista in Movimento sulla gestione regionale del partito

Rifondazione Comunista in Movimento

Area politica del PRC

Cagliari, 6 novembre 2008

Sentiamo ancora una volta l'esigenza di denunciare, come la maggioranza del partito in Sardegna gestisca in modo autoritario e di parte avvenimenti e momenti del dibattito politico nel partito. Abbiamo già detto come vi sia stato un comitato politico regionale che ha discusso e necessariamente approvato ciò che la segreteria aveva già deciso e comunicato il giorno prima alla stampa, per questa ragione la nostra area non ha partecipato a quell'incontro.

Ora è la volta del congresso che è stato organizzato senza alcuna interlocuzione con quell'area di compagni che fa riferimento, in Sardegna, alla maggioranza che ha vinto il congresso di Chianciano. Qui non intendiamo contestare il numero dei delegati al congresso, e quindi i rapporti di forza formali in Sardegna, ma l'idea di organizzazione che la maggioranza porta pervicacemente avanti, confondendo i giusti diritti di una maggioranza con il diritto della stessa ad essere e sentirsi padrona del partito, strutturando scadenze, che sono di tutto il partito, come se fossero cosa propria. Lo stesso confronto, fra Soru e Vendola, programmato nei due giorni del congresso è una decisione che, senza l'avallo della minoranza, tende a stravolgere il dibattito congressuale dando per scontato rapporti politici che invece proprio il congresso regionale dovrebbe definire. In Sardegna ci troviamo, in definitiva, in presenza di una maggioranza che usa spregiudicatamente il partito per praticare una linea che il congresso nazionale ha bocciato.

Ciò non è tollerabile perché, pur riconoscendo che spetta al congresso ed agli organismi sardi decidere le scelte politiche da fare in Sardegna, non è tollerabile che la Segreteria regionale organizzi di volta in volta le scadenze politiche in funzione del rafforzamento di un progetto che vede in Vendola ed in Migliore la quotidiana riproposizione del superamento dell'autonomia politica ed organizzativa di Rifondazione Comunista, usando in modo spregiudicato le modalità organizzative dell'attuale movimento degli studenti. Mentre occorrerebbe, davanti all'incalzare della crisi che costringerà tutti i movimenti (dai lavoratori pubblici e privati agli operai, ai pensionati, ai precari) a costruire un grande sciopero generale, una proposta forte e condivisa del nostro Partito.

Nessun commento: