giovedì 18 dicembre 2008

Sintesi intervento di Vincenzo Pillai al cpn del 13 dicembre


Non siamo all’altezza delle difficoltà che il precipitare della crisi economica e sociale ci pone :non solo perché l’azione di logoramento svolta dalla minoranza rende difficile mobilitare il partito nel suo complesso sulle scadenze di lotta che vengono decise ma, soprattutto, perché in questi anni ,quasi tutti noi, abbiamo lavorato pensando che si potesse andare avanti da una elezione all’altra e non ostacolando, quindi,adeguatamente quel processo di istituzionalizzazione del Partito che oggi appesantisce e tende a vanificare la scelta strategica del partito sociale che riparte dal basso a sinistra.

Non c’è bisogno di essere contro la partecipazione del partito alle elezioni per rendersi conto che abbiamo contribuito a creare un ceto che si sta progressivamente autonomizzando, fino a fenomeni estremi, per cui chi è nelle istituzioni crea veri e propri feudi che lavorano solo per riprodurre il potere del consigliere o dell’assessore. In Sardegna, della cui situazione parlerà dopo un altro compagno, vi sono esempi emblematici.

Abbiamo trascurato quella cura del Partito che parte dalla valorizzazione del militante presente nei movimenti , dall’azione di formazione del dirigente attraverso il suo percorso nel luogo di lavoro, nell’esperienza personale dello scontro di classe e della militanza sindacale. Recuperare su questo terreno sarà faticosissimo e il giornale,senza nulla togliere all’autonomo contributo che ogni giornalista può liberamente dare, attraverso il suo lavoro , ad individuare i punti critici della nostra scelta strategica, deve divenire uno strumento di informazione e formazione; in vista di momenti nei quali non è detto che il precipitare del ceto medio verso l’ indigenza faciliti necessariamente una svolta politica a sinistra; non vedo le condizioni culturali di massa e non c’è ancora un partito attrezzato per contrastare prevedibili livelli di populismo fin’ora sconosciuti ai nostri militanti e le azioni dei tanti strumenti, legali e non , di cui possono disporre gli apparati dello Stato.

La riuscita delle manifestazioni di questi mesi, anche a Cagliari, non deve illuderci sul ruolo positivo che in questo momento sta svolgendo la CGIL, perché restano alla sua guida gli stessi che hanno contribuito a disarmare, culturalmente e materialmente, il movimento in presenza del processo di precarizzazione operaia e parcellizzazione sociale, per cui diventa fondamentale e urgente lavorare per una piattaforma condivisa dal quadro militante che è sceso in campo anche se , per ora , sotto sigle diverse.

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