giovedì 9 luglio 2009

L’ENI si disimpegna da Porto Torres mentre si prepara lo sciopero generale dei lavoratori dell’industria in Sardegna per il 10 di luglio

L’ENI si disimpegna da Porto Torres mentre si prepara lo sciopero generale dei lavoratori dell’industria in Sardegna per il 10 di luglio.


La determinazione assunta ieri, 7 luglio, dall’ENI di fermare gli impianti del petrolchimico di Porto Torres è gravissima per le pesanti ricadute che avrà sia sul piano occupazionale, con 3.500 lavoratori tra diretti e indiretti che dal primo di agosto si troveranno a casa, che per l’ intero sistema economico sardo. L’ENI punta ancora una volta ad andar via da un territorio, quello sassarese in questo caso, lasciandosi alle spalle non solo devastazione economica e sociale, ma anche migliaia di ettari di terreno devastati dal punto di vista ambientale in cui serviranno anni di lavoro e massicci investimenti economici per poterli risanare e riconvertire ad altri scopi produttivi. Dunque un altro territorio, rischia il tracollo, così come sta accadendo nel Sulcis-Iglesiente, dove dopo la fermata degli impianti dell’Eurallumina più niente si è mosso; gli investimenti che dovrebbero garantire la ripresa produttiva dopo un anno di fermata degli impianti non si vedono; i lavoratori con le loro famiglie, dell’Eurallumina, così come quelli di tante altre aziende in crisi, Otefal, Rockwool, Portovesme srl (solo per citarne alcune) e di tante imprese dei servizio e delle manutenzioni, si trovano soli e pieni di problemi improvvisi e inaspettati. I pochi che hanno la “fortuna” di avere regolarmente i soldi della CIG o della mobilita (sia straordinaria o in deroga), non arrivano alla fine mese; tanti altri che non hanno ricevuto ancora, da mesi, neanche un euro, dai così detti “ammortizzatori sociali” si trovano nella disperazione più nera. I tanto annunciati interventi di sostegno al reddito per le famiglie di questi lavoratori, che la Regione ha fatto a più riprese per bocca del suo presidente, ad oggi, non se ne vede l’ombra. Così come tutti gli impegni che Berlusconi e Cappellacci hanno assunto prima delle elezioni: sull’industria, le infrastrutture, i servizi..ecc, si sono rivelati puntualmente delle misere menzogne. Anzi stanno facendo di peggio, cercando di affossare quanto di buono è stato fatto o messo in cantiere dal precedente governo regionale di centrosinistra. Lo sanno bene, per esempio, ad Arbatax e Tortolì, sia i cassaintegrati della ex-cartiera che i numerosi disoccupati che avevano riposto nel polo nautico (finanziato con soldi veri e che avrebbe dovuto dare lavoro a circa settecento persone) una possibile prospettiva e una speranza per il futuro dell’Ogliastra, ed ora tutto viene messo in discussione per manifesta incapacità dell’attuale governo di centro-destra.

Cappellacci se avesse dignità dovrebbe solo vergognarsi! L’inerzia della sua giunta e la subalternità agli interessi del “libertino” di Arcore stanno mettendo in ginocchio l’intera Sardegna. La maggioranza che governa la Regione in questi primi quattro mesi di avvio di legislatura si è distinta (oltre che per avere approvato una manovra di bilancio totalmente inadeguata alla situazione, ma passata, purtroppo nel silenzio dei media e delle parti sociali) solo per le discussioni e le litigate sugli assetti, sostituendo già qualche assessore e annunciando nuove modifiche nell’esecutivo per l’autunno. Un teatrino vergognoso che terrà occupati i “nostri” governanti per tutta l’estate, mentre si prepara un autunno difficile per migliaia di famiglie. Tutto questo è favorito da un’opposizione in Consiglio Regionale quasi del tutto assente, divisa e debole. Incapace di interpretare e organizzare in movimento e in proposta politica il grande malessere che si vive nei territori dell’isola.

Sono questi alcuni dei motivi che spingono il PRC della Sardegna a sostenere e partecipare, con uno straordinario impegno, lo sciopero generale dei lavoratori dell’industria, indetto per venerdì 10 luglio p.v. dalle organizzazioni sindacali regionali confederali e di categoria. Uno sciopero annunciato da tempo, tanto che la decisione dell’ENI a tre giorni dalla giornata di lotta suona quasi come una provocazione. I sardi, dopo il disastroso risultato elettorale per il centrosinistra alle elezioni regionali del febbraio scorso, si sono distinti nelle recenti elezioni per il rinnovo del parlamento europeo per avere bocciato le forze del centrodestra nel segreto dell’ urna. Bene, ma adesso è il momento che vengano bocciate le politiche del centrodestra, a viso aperto, nelle piazze dell’isola.

Vittorio Macrì
Del C.P.R. della Sardegna

Carbonia 08/07/09

1 commento:

najyunebic ha detto...

notizie sulla mobiltazioni in sardegna

http://www.ilminuto.info/archivi.php?tipo=argomenti&argomento=sciopero