sabato 11 luglio 2009

Sciopero generale industria grande manifestazione di popolo

di Gianni Fresu
Segretario Regionale Prc
Cagliari, 10 luglio 2009.

Lo sciopero generale dell'industria si è rivelato una grande manifestazione di popolo, alla quale hanno preso parte anche altre categorie produttive e migliaia di cittadini sardi esasperati da una situazione insostenibile. Dopo le miracolistiche promesse della campagna elettorale (chi ricorda più i mille euro per ogni disoccupato promessi da Cappellacci?) questa Giunta regionale si è distinta soltanto per l'opera di occupazione di potere e per il rapporto di servile vassallaggio alle esigenze del Premier Berlusconi. La Sardegna sta vivendo una drammatica desertificazione industriale ed economica, lo schiaffo dell'ENI è solo l'ultimo episodio di una lunga serie di comportamenti che confermano il disprezzo verso la Sardegna da parte del Governo nazionale e delle imprese. Portovesme, Portotorres, Ottana, Macchiareddu, sono le stazioni di una infinita Via crucis inflitta ai lavoratori sardi. Le imprese, dopo aver goduto di agevolazioni, finanziamenti a pioggia e aver devastato l'ambiente, ringraziano e danno il ben servito e la classe politica si dimostra incapace ad esercitare un qualsiasi ruolo positivo. Sembra impossibile, ma la maggior preoccupazione del governo regionale, nei giorni che hanno preceduto l'inaccettabile decisione dell'ENI, erano rivolte al "rimpasto" dopo appena cento giorni di governo. La Sardegna è trattata alla stregua di una colonia e il suo governatore si comporta come i vecchi Vicerè piemontesi. Le istituzioni autonomistiche della Sardegna non hanno mai vissuto un livello tanto basso di degrado e assenza di autorevolezza politica. La Giunta Cappellacci deve dimettersi per reiterata incapacità a rappresentare il popolo sardo. Le forze sociali e quelle democratiche devono prepararsi ad una dura lotta per non vedere cancellata dalla nostra regione una qualsiasi ipotesi di sviluppo industriale.

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