domenica 19 ottobre 2008

Caro Piero


Caro Piero,

abbiamo letto con molto interesse il tuo editoriale su "Liberazione" di venerdì 17 ottobre. Da esso emerge la coerenza della tua linea politica, che fin dal 2007 auspicava il superamento del PRC in una nuova forza di sinistra, in cui i comunisti fossero una "tendenza culturale" (per dirla con le parole di Fausto Bertinotti). Citi inoltre il tuo esempio personale come incarnazione di questo progetto politico: quello di una persona che "da molti anni non si considera più comunista", ma che nonostante questo riesce a "lavorare e combattere a fianco dei comunisti e addirittura di dirigere un giornale che si definisce comunista".

Apprezziamo molto questa coerenza. Ma dobbiamo aggiungere alcune altre considerazioni: per esempio il fatto che la maggioranza degli iscritti del nostro partito (comunista) che finanzia il giornale che dirigi (da non comunista) ha democraticamente deciso, con un congresso duro e sofferto, di rilanciare il partito e bocciare la linea di "superamento" da te sostenuta.

Bisogna inoltre considerare che questo stesso corpo vivo dei nostri iscritti (comunisti) ha dimostrato, già da tempo, di non gradire la tua proposta politica/editoriale. E l'ha fatto smettendo di comprare e di diffondere il giornale da te diretto (da non comunista). La conseguenza di tutto questo è l'immenso deficit di Liberazione, talmente grande darischiare di mandare in bancarotta l'intero Partito della Rifondazione Comunista.

Ci sembra insomma chiaro che la tua proposta politica ed editoriale (di non comunista) non sia apprezzata o capita nel Partito della Rifondazione Comunista, di cui peraltro porti la tessera (pur non essendo comunista). Per conservare la coerenza che ti ha fin qui contraddistinto, ci permettiamo di darti un consiglio: dimettiti dalla direzione del giornale del PRC.

Queste dimissioni ti consentirebbero anche di mettere a tacere le malelingue nate da un altro tuo editoriale, in cui sostenevi che un partito "di sinistra" moderno deve avere la forza e il coraggio di sostenere economicamente un giornale che non ne rispecchi la linea politica. C'è chi crede che queste parole servissero solo a difendere la tua poltroncina di direttore e rifiutare le responsabilità del fallimento del giornale. Ma oggi, con un semplice gesto liberatorio come le dimissioni, potrai mettere a tacere le insinuazioni di migliaia di militanti. E potrai sicuramente dimostrare la bontà del tuo progetto politico/editoriale in giornali o partiti di sinistra più aperti e meno chiusi in sé stessi.

Cordiali saluti

Alceste Scalas <alceste@muvara.org>
Segreteria del Circolo PRC "A. Gramsci"
Via Doberdò 101/103 - Cagliari

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