martedì 21 ottobre 2008

"L'area del Prc Rifondazione Comunista in movimento non ha partecipato ai lavori del Comitato Politico Regionale del Prc"


Rifondazione Comunista in Movimento

Area politica del PRC

Cagliari, 20 ottobre 2008

L'area politica Rifondazione Comunista in Movimento della Sardegna, che si riconosce nella maggioranza nazionale del PRC guidata dal segretario Paolo Ferrero, non ha partecipato ai lavori del Comitato Politico Regionale convocato per ieri 19 ottobre ad Abbasanta . Tale decisione è scaturita a seguito delle notizie riportate dai giornali che già nella mattinata di ieri annunciavano le decisioni che il comitato regionale doveva ancora discutere ed eventualmente assumere. E' vero che al fondo non c'è fine, ma francamente questo è troppo per chiunque!

A cosa sarebbe servito partecipare ai lavori del CPR, come era nostra volontà, con l'intenzione di un confronto serio quando il segretario regionale, il giorno prima, va all'incontro con gli altri partiti della maggioranza (anzi con parte di essa poiché, da ciò che la stampa riporta, le altre formazioni della sinistra presenti in Consiglio Regionale sono stati esclusi dall'incontro) accompagnato da Luigi Cogodi (a quale titolo? Non facendo neanche parte della segreteria regionale) invece che dal capogruppo o dal suo vice, per sostenere una posizione politica che dovrebbe essere definita dal CPR convocato per il giorno dopo? È ormai il caso di domandarci addirittura, visto che siamo alla vigilia del Congresso Regionale, a che serve avere un segretario regionale che si presenta ad ogni occasione sotto tutela di Cogodi, quasi che fosse come quel visconte dimezzato di cui narra Calvino? A che sarebbe servito discutere di bilanci preventivi e consuntivi a cui la pre-istruttoria è stata riservata solo ai componenti “cogodiani” del collegio regionale di garanzia (?); e se il tesoriere, che non dovrebbe ricoprire altri incarichi per non doversi trovare mai nella situazione di essere controllore di se stesso, fa anche parte del collegio nazionale di garanzia? Situazioni come questa sono ormai, purtroppo, una prassi nel PRC sardo. Dietro questi atteggiamenti che nulla hanno a che vedere con la democrazia, le regole interne del partito e con la linea politica emersa all'ultimo congresso nazionale, si persegue, da parte del gruppo dirigente regionale, il disegno “vendoliano” di rompere il PRC liquidare in Italia l'esperienza Comunista e dare vita ad una nuova formazione politica di occhettiana memoria. È ovvio che in una situazione come questa, che vede in mano a pochi e incontrollabili la gestione del partito, anche la disponibilità di Paolo Pisu ad intervenire nel convegno preparato per il 24 è venuta meno così da evitare ogni possibile fraintendimento sulla denuncia che stiamo facendo.

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