mercoledì 27 agosto 2008

RIFONDARE IL DIRITTO INTERNAZIONALE PER SCONGIURARE LA CRISI DEL CAUCASO


RICONOSCIMENTO DI ABKHAZIA E OSSEZIA PREVEDIBILE. USA E NATO PIANGONO LACRIME IPOCRITE, EUROPA SUBALTERNA, URGE RADICALE RIFORMA ONU

di Fabio Amato,
responsabile Esteri del Prc

Roma, 26 agosto 2008

Il prevedibile riconoscimento dell'indipendenza di Abkhazia ed Ossezia meridionale da parte della Russia è oggi realtà. A poco servono I richiami alla Russia di queste ore da parte delle cancellerie europee, del governo italiano, e degli Stati Uniti, ipocriti quanto privi di alcuna credibilità ed utilità.

Non si capisce a quale rispetto del diritto internazionale e del principio dell'integrità territoriale degli stati facciano appello coloro che, in modo unilaterale e al di fuori dell'ONU , hanno riconosciuto l'indipendenza del Kosovo solo pochi mesi fa. Gli stessi che con la Nato nel 1999 bombardarono Belgrado.

Di quale legittimità internazionale parlano la Rice e l'amministrazione Bush, che con l'invasione dell'Iraq e la sua occupazione, con la guerra preventiva hanno stravolto ogni principio di legalità internazionale, fondando un domino basato sulla forza militare e non sul diritto. La prova di forza della Russia di Putin, è possibile oggi grazie all'unilateralismo praticato dagli Stati Uniti e al quale l'Europa non ha voluto e saputo opporsi.

La stagione della guerra preventiva e il riconoscimento del Kosovo, hanno aperto un vero e proprio vaso di Pandora. La legalità internazionale e le Nazioni Unite sono state demolite da chi oggi se ne fa paladino. Non bastano lacrime di coccodrillo a rimettere in sesto ciò che è stato compromesso.

L'Europa, incapace di svolgere un ruolo autonomo dalla politica di potenza praticata da Bush in questi anni, è oggi intrappolata dalla sua subalternità alla Nato, come la vicenda dello scudo missilistico in Polonia dimostra. Solo una riforma democratica dell'ONU, un Europa realmente autonoma dalla Nato e che lavori per il disarmo e un ordine multipolare può tentare di recuperare il disastro che la crisi del Caucaso e il suo ulteriore sviluppo stanno aprendo, recuperando al diritto internazionale, ai principi dell'ONU e non alla forza, alla logica di potenza militare o alla NATO, la soluzione delle questioni internazionali.