mercoledì 20 ottobre 2010

Il partito della Rifondazione comunista sostiene la protesta dei pastori sardi

Partito della Rifondazione Comunista - Federazione della Sinistra
COMUNICATO STAMPA

Ai direttori dei massmedia sardi


Fino a quando la Sardegna e i suoi pastori dovranno sopportare il peso di scelte che, in nome del libero mercato, favoriscono di fatto le multinazionali che, sempre più spesso, riempiono i mercati di porcherie alimentari, a danno delle piccole produzioni di qualita’?


Il partito della Rifondazione comunista sostiene la protesta dei pastori sardi che si battono per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori del settore agro-pastorale. I provvedimenti ultraliberisti del governo di Bruxelles, senza tener conto della specificità della regione Sardegna, hanno causato la rovina dell'intero comparto. In nome del libero mercato lo hanno tagliato fuori dal commercio mondiale, dominato in misura sempre maggiore dalle multinazionali alimentari. I pastori sardi non possono competere, sul terreno della quantità, con i livelli produttivi dei grossi cartelli alimentari che controllano la maggior parte del mercato mondiale; per questo i pastori sardi hanno bisogno dei contributi alla produzione e della certificazione di qualità dei loro prodotti.


La libertà del mercato non è altro che un alibi per proteggere gli interessi delle multinazionali che influenzano le scelte politiche della Comunità Europea da loro usata, sempre più spesso, come braccio operativo di una legislazione al servizio di un modello di produzione e di consumo che sta portando alla rovina, non solo alimentare l’intero pianeta.

Rifondazione comunista rivendica il diritto dei pastori sardi al riconoscimento dei propri diritti da parte della Regione, dello Stato e della Comunità Europea e condanna le scelte tecniche e politiche distanti anni luce dagli interessi degli allevatori degli stessi consumatori sardi, rendendo la regione complice del processo di dumping economico e di colonizzazione anche alimentare al quale la nazione sarda è da anni sottoposta.


Questa è lotta anche contro un governo fasullo che protegge l’importazione di prodotti fasulli.

L’uso delle squadre antisommossa a protezione dei palazzi del potere mette in luce la cattiva coscienza di chi fa promesse e norme sbagliate ed è, giustamente , vissuta come una provocazione da chi chiede semplicemente di vivere del proprio lavoro. Ed è intollerabile che quelle stesse classi dirigenti che hanno deciso di mettere in via Roma il Consiglio regionale ora si facciano difensori dei disagi di chi è rimasto imbottigliato nelle strade del centro e cerchino di dipingere i provocati come fossero provocatori. Ci hanno provato anche con i metalmeccanici a Roma. Stiamo in guardia.


Vincenzo Pillai
Dipartimento Regionale Problemi del lavoro
e dei rapporti con i movimenti sociali