giovedì 27 novembre 2008

Soru si dimette, Veltroni in pressing


Andrea Scarchilli
26 novembre 2008
da AprileOnline

La decisione del governatore sardo arriva dopo la bocciatura di un emendamento alla legge urbanistica regionale presentato dalla sua Giunta. Ora ci sono trenta giorni per eventuali ripensamenti, il segretario invia Migliavacca per tentare la dissuasione. Altrimenti si andrà al voto anticipato, probabilmente a febbraio.

Il segretario Walter Veltroni lo ha chiamato in mattinata, poi ha fatto annunciare di aver inviato il "luogotenente" Maurizio Migliavacca, per tentare di dissuaderlo. Certo è che le dimissioni del governatore della Sardegna Renato Soru sono per il Partito democratico una bella grana. Il fondatore di Tiscali, nonché fresco editore dell'Unità, le ha già formalizzate con il presidente del Consiglio regionale. Adesso lo statuto prevede un mese di "raffreddamento" in cui il governatore dimissionario avrà tempo di ripensarci. Su questo punta Veltroni, che non vuole ritrovarsi il cammino da qui alle Europee spezzato da un voto regionale che, nelle condizioni che si sono venute a creare, vedrebbe il Pd in posizione di forte svantaggio. Se infatti Soru confermasse il passo indietro, elezioni in Sardegna di terranno, probabilmente, il venti febbraio prossimo. Anticipando di due - tre mesi la scadenza naturale del mandato della Giunta sarda, che decade nella primavera prossima. Dichiarazioni di sostegno a Soru sono arrivati anche da altri leader democratici come Enrico Letta e Paolo Gentiloni. Appello all'unità da Arturo Parisi.

La scelta di Soru arriva in conseguenza della spaccatura della maggioranza che lo sostiene, per di più su una legge cardine della sua strategia politica: la riforma urbanistica regionale. A un emendamento della Giunta hanno votato contro un pezzo di Partito democratico, i socialisti e la Sinistra autonomista, che comprende alcuni fuoriusciti di Rifondazione comunista, Sinistra democratica e Pdci. Soru ha sottolineato di aver fatto una scelta consapevole ("non occorre governare a tutti i costi") e non frutto di un gesto d'impeto, ha parlato di "percorso di coerenza con il programma di governo, con cui ci siamo presentati agli elettori". Coerenza che rischiava di venir meno e da qui la decisione di "segnare un distacco dalla maggioranza". La scelta di Soru, in ogni caso, non appare irrevocabile, lui stesso l'ha smorzata più volte con dichiarazioni del tipo "i prossimi giorni serviranno per vedere cosa fare" e "abbiamo tutto il tempo per riflettere e verificare il patto e utilizzeremo a pieno le norme di legge". Per venerdì è previsto un vertice di coalizione con tutti gli alleati, in cui si incomincerà a verificare se esistono i presupposti per una ricomposizione.

Invoca un ripensamento di Soru anche tutta coalizione che lo sostiene, secondo cui l'incidente di ieri (martedì) ha poco a che fare con l'urbanistica e molto con il metodo di governo e il rapporto tra il governatore e alcune anime della coalizione. "Ieri - ha detto il relatore della legge, il democratico Giuseppe Pirisi - avremmo potuto approvare la legge urbanistica nel giorno esatto del quarto anniversario della legge salvacoste". Ha aggiunto un altro consigliere regionale del Pd, Silvio Lai: "Mancavano solo due articoli e non incidono sul livello di tutela del paesaggio, anzi possono solo incrementarlo. Ventiquattro consiglieri del centrosinistra hanno votato contro quattro parole di un emendamento. Il presidente sapeva che eravamo contrari e ha voluto forzare".

Le elezioni anticipate non sono, tuttavia, un'ipotesi peregrina. Ha detto il deputato dell'Italia dei valori Federico Palomba, colonnello di Antonio Di Pietro a Cagliari: "Vogliamo che questa volta ci sia accordo su tutto, sulla leadership, sulle candidature, sul programma", perché se voto anticipato sarà, meglio mettersi d'accordo - è la linea che va imponendosi - per celebrarlo il prima possibile e mettere in difficoltà un centrodestra altrettanto diviso che pare aggrapparsi, in queste ultime ore, al nome di Giuseppe Cossiga, figlio di padre celebre. Nel centrosinistra, dietro a Soru c'è il vuoto.

Accanto a lui, ma garantendo che la sua scelta non ha niente a che fare con quella del governatore, si è dimessa anche una consigliera regionale "fedelissima", Mariuccia Cocco, eletta nel listino del fondatore di Tiscali in quota Margherita. Motivazioni al veleno, quelle della Cocco: "Il Pd manca d'identità, non ha riferimenti culturali e non ci sono le condizioni per uno sviluppo armonico. Inoltre, la leadership di Veltroni forse non è adeguata al ruolo. Il Pd mi sembra un tritacarne, senza un'azione politica a livello nazionale. A livello regionale l'attività politica del partito è ancora svolta da capitribù, che fanno una vecchia politica. Nessuno ha cercato la coesione intera. L'obiettivo prevalente sembra quello di ricandidarsi".

martedì 25 novembre 2008

Strappo di Soru: «Mi dimetto»


da Repubblica.it

il presidente della Sardegna lascia per contrasti con il Pd sulla legge urbanistica regionale

CAGLIARI - Un vero e proprio colpo di scena. Il presidente della Regione Sardegna si è dimesso stasera dall'incarico con una comunicazione in Consiglio regionale che stava per approvare la nuova legge urbanistica.
Le dimissioni saranno formalizzate mercoledì con una lettera che sarà inviata al presidente dell'Assemblea sarda, Giacomo Spissu.

LA VICENDA - La situazione politica in Sardegna era diventata in serata molto tesa dopo che il Consiglio regionale aveva bocciato a scrutinio palese (con 55 contrari e solo 21 a favore) la prima parte di un emendamento fortemente voluto dallo stesso governatore a uno degli ultimi articoli della nuova legge urbanistica, argomento sul quale si erano registrate divisioni e forti contrasti nel gruppo del Pd. Non appena il presidente dell'Assemblea ha comunciato l'esito della votazione, Soru ha lasciato l'aula e si è chiuso con i più stretti collaboratori in un ufficio. Il clima è poi diventato «incandescente» quando alla ripresa momentanea dei lavori, l'assessore dell'Urbanistica al quale il presidente si era rivolto per chiedere il parere della giunta su un altro emendamento in discussione, ha spiegato di non ritenere di poter esprimere nessun parere perchè «il presidente sta assumendo delle decisioni».

IL DISCORSO - «E' un momento critico in cui tutti siamo chiamati a dare la nostra parte migliore. Ma pur nella consapevolezza di questo momento, credo sia la cosa migliore per i sardi chiarire subito lo stato della maggioranza cui hanno dato fiducia finora e come possa terminare la legislatura, in che modo e come affrontare il futuro. Per questo utilizzo questa comunicazione in Aula per annunciare le mie dimissioni». Con queste parole, intervenendo in Aula dopo che la Giunta era andata sotto su un emendamento di sintesi all'articolo 42 alla legge urbanistica, il presidente Soru ha annunciato la volonta di dimettersi, a fronte di un «dissenso forte», manifestatogli dalla sua maggioranza di centrosinistra. »Non è un dissenso solo sul merito della legge ma ancora più una mancanza di fiducia forte fra il presidente e la sua maggioranza«, ha spiegato Soru. «Ho riflettuto sul fatto di essere un presidente eletto direttamente dai sardi. Ma non si può governare senza una forte maggioranza in Consiglio regionale, tanto più che abbiamo davanti la discussione della finanziaria, l'ultima della legislatura. Mi sono riletto la legge statutaria e ho riflettuto su cosa sia più utile per la Sardegna e non più utile per me».
«Non sarà l'ultimo giorno della mia esperienza politica», ha sottolineato ancora Soru. «Voglio mantenere salda la mia chiarezza, i principi che hanno ispirato la mia esperienza fino ad adesso. Ho cercato di riflettere su cosa sia più utile per la Sardegna e i sardi, non per me. Pur nella consapevolezza del momento difficile nel mondo, in Italia e in Sardegna, credo che la cosa migliore per i sardi sia chiarire immediatamente lo stato della maggioranza alla quale hanno dato fiducia fino a oggi». Il presidente ha poi aggiunto che presenterà le dimissioni formalmente domani: saranno efficaci entro 30 giorni. Dal 21esimo al 30esimo giorno di questo periodo l'Assemblea sarda potrà discutere le dimissioni. Se non ci saranno ripensamenti del presidente, il Consiglio sarà sciolto e le prossime elezioni, già previste in primavera per la naturale scadenza della legislatura, dovranno tenersi entro sessanta giorni.

PD: RIANNODARE I FILI - Il Pd però spera ancora di portare a termine normalmente la legislatura convincendo Soru a ritirare le dimissioni. «Una notizia che ci preoccupa e che giunge in un momento delicato ed importante del governo riformista della giunta regionale. Lavoreremo nelle prossime ore per ricomporre il quadro politico e fare in modo che non si apra la strada della fine anticipata della legislatura» ha dichiarato Andrea Orlando, portavoce del Pd. «Lavoreremo - ha spiegato Orlando - per evitare la fine anticipata della legislatura e consentire di proseguire un'azione di trasformazione della Sardegna che riteniamo importante e decisiva».


25 novembre 2008

"Interrogazione Pisu sulla preoccupante situazione che riguarda i migranti ospitati presso il Centro di Prima Accoglienza di Elmas (CA)"

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

INTERROGAZIONE n. 1444/A

Cagliari, 20 novembre 2008

Interrogazione PISU, con richiesta di risposta scritta, sulla preoccupante situazione che riguarda i migranti ospitati presso il Centro di prima accoglienza di Elmas (CA).

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Il sottoscritto,

premesso che:
- a seguito dell'intensificazione di accessi in Italia, tramite la Sardegna, di persone migranti provenienti dal continente africano, è stato costituito il Centro di prima accoglienza in un edificio posto dentro l'aeroporto militare di Elmas (CA) destinato, appunto, all'accoglienza e al sostentamento, comprese le cure mediche, nonché le procedure di identificazione e accertamento dell'eventuale età minorile;
- a partire dal 28 ottobre 2008, all'interno del medesimo centro sono cominciate le audizioni della Commissione territoriale per la protezione internazionale di coloro che, entrando in Italia, hanno presentato la domanda per ottenere l'asilo e lo stato di rifugiato;
- l'occasione dei colloqui suddetti, di cui si è avuta conoscenza poco prima, ha evidenziato una situazione che non era nota e che, tuttora, è scarsamente diffusa;
- a partire da quest'estate sono state portate dal resto d'Italia in Sardegna persone che sono fuggite dai loro paesi di appartenenza per ragioni di persecuzione e che hanno avanzato, per tale motivo, richiesta di ottenere lo stato di rifugiato e l'asilo (il centro di Elmas e l'Hotel Setar di Quartu Sant'Elena ne hanno ospitato circa 200, arrivati da vari paesi africani come la Somalia, la Nigeria, la Costa D'Avorio e altri paesi come l'Afghanistan, il Kurdistan, l'Iraq, il Burkina Faso);
- nessuno è sbarcato in Sardegna direttamente e tutti avevano presentato alle questure la richiesta di asilo, come rifugiati, nel giugno 2008;

considerato che la Sardegna è stata indicata tra i territori circoscritti entro cui i richiedenti asilo devono risiedere senza potersi allontanare: le sue condizioni geografiche impediscono che facilmente si sfugga a tale obbligo, dovendo attraversare il mare con mezzi che richiedono documenti; i richiedenti lo stato di rifugiato hanno dei documenti di riconoscimento temporanei, che non consentirebbero l'acquisto di biglietti di viaggio; inoltre, il loro precipuo interesse, una volta abbandonato il paese in cui subivano una persecuzione, è di restare nel luogo indicato fino a quando non sia stato loro riconosciuto il diritto d'asilo;
constatato che l'isolamento, attuato di fatto per alcuni aspetti, non ha favorito neanche i contatti necessari per potersi, poi, allontanare dalla Sardegna con un sicuro altro approdo;

preso atto che la Commissione territoriale per la protezione internazionale, competente per la Sardegna ad effettuare i colloqui di accertamento dei requisiti per la protezione internazionale, è quella di Roma, costituita però in composizione mista con rappresentanti di altre commissioni, la quale si è insediata presso la Prefettura di Cagliari ed ha iniziato i colloqui nel centro di Elmas, appunto dal 28 ottobre 2008; Continua Quì