mercoledì 29 dicembre 2010

La sola unità del popolo sardo che ci interessa è quella del popolo dei lavoratori!


FEDERAZIONE DELLA SINISTRA SARDEGNA

COMUNICATO STAMPA

Alla cortese attenzione del caporedattore

Cagliari, 28 dicembre 2010

Quanto sta accadendo nel nostro paese in queste settimane fa pensare alla sospensione, o soppressione, dei principi fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione sostituiti da una gestione “disinvolta” del dissenso sociale e politico che ricorda molto le dittature militari latino-americane, per non scomodare paragoni con il Ventennio. Prima i lavoratori della Geas costretti dal Prefetto ad andare a lavoro anche se privi di salario e contratto, poi la repressione violenta degli studenti, accompagnata dalla richiesta dell’arresto cautelare dei manifestanti «potenziali assassini», ora i pastori, privati del diritto alla mobilità e alla mobilitazione, sequestrati e manganellati "preventivamente" dalla questura sulle banchine del porto di Civitavecchia. A questo aggiungiamo le manovre per cancellare la legittima rappresentanza delle organizzazioni sindacali, contrarie alla nuova idea di “Patto sociale” perorata da governo e padronato, e il tentativo di favorire la formazione di un nuovo sindacato corporativo totalmente prono alle esigenze di ristruturazione aziendale. E dire che quest’estate il supermanager Marchionne aveva pontificato sulla fine del conflitto capitale-lavoro! Ironia a parte, ci troviamo di fronte ad una regressione che segna il restringimento delle libertà politiche e sociali in Italia. Questa volta ne hanno fatto le spese i pastori sardi, verso i quali le forze dell’ordine hanno usato le consuete delicatezze solitamente riservate agli sbarchi “clandestini”, il tutto nel silenzio della Giunta regionale, più impegnata a mandare lettere alle famiglie, nelle quali viene descritta una Sardegna che non c’è, piuttosto che dare risposte al disagio sociale della nostra Isola. Come Federazione della Sinistra esprimiamo la nostra più completa solidarietà ai pastori, e auspichiamo che simili fatti contribuiscano a cementare l’unità di intenti e di lotta dei lavoratori, dei pastori, degli studenti, delle masse popolari in genere, sempre più tiranneggiate da governi intenti solo a tutelare gli interessi di chi sfrutta e di chi specula. La sola unità del popolo sardo che ci interessa è quella del popolo dei lavoratori.

Per la Federazione

Gianni Fresu – segretario regionale PRC
Alessandro Corona – Coordinatore regionale PdCI

Vanno avanti le prove generali di messa a punto dello stato di Polizia

di Vincenzo Pillai

Responsabile Dipartimento Regionale rapporto con Movimenti e Sindacati

Quanto è accaduto al movimento pastori sbarcato a Civitavecchia con l’intenzione di portare nel cuore di Roma la testimonianza del proprio malessere e, al contempo, della determinazione a vivere del proprio lavoro è un altro passo nella strategia della militarizzazione del territorio. Perché un governo, con una chiara politica antimeridionalistica e una cultura da colonizzatori , dovrebbe comportarsi diversamente ? Per rispetto di una costituzione che vuole abrogare proprio perché nata dai valori della resistenza ? Per rispetto di chi, nel disagio della crisi, non è disposto a piegare la schiena e lasciare al grande faccendiere il diritto di manovrare a proprio piacimento per arricchirsi, anche grazie alla crisi ? Per rispetto della dialettica democratica quando il grande compratore si dice pronto a trarre tutto il vantaggio possibile del mercato delle vacche ? (e non è certo un caso che si dica vacca e non pecora).

Via, è tempo di guardare in faccia la realtà. Siamo in presenza di una crisi strutturale del sistema alla quale, in Italia, si intreccia una crisi della rappresentanza nelle istituzioni e un malcelato desiderio di circoli borghesi di dare una spallata definitiva alle conquiste fatte dai lavoratori in cento anni di lotte. Ieri è toccata al movimento pastori che ha tutta la nostra solidarietà e non ha certo bisogno dei nostri consigli su come affrontare la fase che si va determinando: Noi vogliamo che vincano la loro battaglia perché è parte integrante di un più ampio processo di crescita del sentimento nazionale sardo e del bisogno di liberarci dal dominio delle multinazionali che vogliono imporci , attraverso un mercato che è libero solo per loro, cosa mangiare e cosa pensare. Ma tutti dobbiamo imparare a organizzarci meglio nei luoghi di lavoro come nelle scuole; o vogliamo continuare ad illuderci che ci siano soluzioni sindacali alle vertenze in corso nelle industrie e margini di intervento migliorativo della legge Gelmini? vogliamo continuare ad illuderci che ci siano margini di riformismo con partiti pronti a qualsiasi compromesso pur di vincere le elezioni?

In Sardegna, alla colonizzazione operata con una industrializzazione senza verticalizzazioni adeguate e collegamenti con le risorse locali, seguirà la deindustrializzazione nelle forme che servono alla riorganizzazione planetaria delle multinazionali e l’estensione delle terre a disposizione di siti militari e paramilitari per la sperimentazione di armi sempre più sofisticate e la produzione di energia nucleare. Vogliono ulteriore spopolamento delle zone interne con conseguente inurbamento nelle città sempre più povere di identità culturale; un progressivo genocidio di un popolo con ancora poche occasioni per riconoscersi nazione in sé e per sé.

C’è ancora la possibilità di unificare le lotte in un progetto; non perdiamo tempo.

lunedì 27 dicembre 2010

Chi ha paura dell'Associazione Culturale Don Chisciotte?


Il Partito della Rifondazione Comunista esprime solidarietà e pieno e totale sostegno all'Associazione Culturale Don Chisciotte. L'attacco incendiario è un atto intimidatorio e violento dal sapore squadrista e fascista. Un aggressione che deve preoccupare tutto il mondo della politica e la società civile cagliaritana. Da dieci anni l'associazione Don Chisciotte conduce importanti battaglie culturali ai margini del disagio sociale. Un lavoro costante sempre affianco dei migranti e degli abitanti del quartiere di Villanova. Un impegno politico e culturale che evidentemente spaventa e infastidisce qualcuno. Come Prc non lasceremo da soli gli amici della "Don Chisciotte". Mettiamo a disposizione, da subito, tutti i nostri strumenti, le nostre sedi e l'impegno dei nostri compagni e compagne per favorire la ricostruzione e il rilancio del lavoro dell'associazione.

Distinti Saluti

Giuseppe Stocchino - Segretario Federale Prc Fds Cagliari

Gianni Fresu - Segretario Regionale Prc Fds Sardegna

mercoledì 20 ottobre 2010

Il partito della Rifondazione comunista sostiene la protesta dei pastori sardi

Partito della Rifondazione Comunista - Federazione della Sinistra
COMUNICATO STAMPA

Ai direttori dei massmedia sardi


Fino a quando la Sardegna e i suoi pastori dovranno sopportare il peso di scelte che, in nome del libero mercato, favoriscono di fatto le multinazionali che, sempre più spesso, riempiono i mercati di porcherie alimentari, a danno delle piccole produzioni di qualita’?


Il partito della Rifondazione comunista sostiene la protesta dei pastori sardi che si battono per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori del settore agro-pastorale. I provvedimenti ultraliberisti del governo di Bruxelles, senza tener conto della specificità della regione Sardegna, hanno causato la rovina dell'intero comparto. In nome del libero mercato lo hanno tagliato fuori dal commercio mondiale, dominato in misura sempre maggiore dalle multinazionali alimentari. I pastori sardi non possono competere, sul terreno della quantità, con i livelli produttivi dei grossi cartelli alimentari che controllano la maggior parte del mercato mondiale; per questo i pastori sardi hanno bisogno dei contributi alla produzione e della certificazione di qualità dei loro prodotti.


La libertà del mercato non è altro che un alibi per proteggere gli interessi delle multinazionali che influenzano le scelte politiche della Comunità Europea da loro usata, sempre più spesso, come braccio operativo di una legislazione al servizio di un modello di produzione e di consumo che sta portando alla rovina, non solo alimentare l’intero pianeta.

Rifondazione comunista rivendica il diritto dei pastori sardi al riconoscimento dei propri diritti da parte della Regione, dello Stato e della Comunità Europea e condanna le scelte tecniche e politiche distanti anni luce dagli interessi degli allevatori degli stessi consumatori sardi, rendendo la regione complice del processo di dumping economico e di colonizzazione anche alimentare al quale la nazione sarda è da anni sottoposta.


Questa è lotta anche contro un governo fasullo che protegge l’importazione di prodotti fasulli.

L’uso delle squadre antisommossa a protezione dei palazzi del potere mette in luce la cattiva coscienza di chi fa promesse e norme sbagliate ed è, giustamente , vissuta come una provocazione da chi chiede semplicemente di vivere del proprio lavoro. Ed è intollerabile che quelle stesse classi dirigenti che hanno deciso di mettere in via Roma il Consiglio regionale ora si facciano difensori dei disagi di chi è rimasto imbottigliato nelle strade del centro e cerchino di dipingere i provocati come fossero provocatori. Ci hanno provato anche con i metalmeccanici a Roma. Stiamo in guardia.


Vincenzo Pillai
Dipartimento Regionale Problemi del lavoro
e dei rapporti con i movimenti sociali

mercoledì 29 settembre 2010

Nota stampa presentazione conferenza regionale lavoro


Partito della Rifondazione Comunista - Sardegna

Partito della Rifondazione Comunista - Federazione di Cagliari

Federazione della Sinistra


Alla cortese attenzione di tutti gli organi di informazione e dei caporedattori

Cagliari, Mercoledì 29 Settembre 2010


Nota stampa presentazione conferenza regionale per il lavoro

“La Sardegna delle disuguaglianze”


Alla conferenza stampa di presentazione sono intervenuti Giuseppe Stocchino- Segretario Provinciale PRC Cagliari, Vittorio Macrì - Segreteria Regionale PRC, Responsabile Lavoro e Lorena Cordeddu - Assessore alle politiche del lavoro della provincia di Cagliari. Stocchino e Macrì hanno spiegato come "la conferenza regionale per il lavoro sarà un momento di incontro delle lavoratrici e dei lavoratori sardi che lottano per la difesa del posto di lavoro, all'iniziativa interverranno il Portavoce Nazione della Federazione della Sinistra Cesare Salvi e il Segretario Nazionale della Cgil Nicola Nicolosi". L'assessore Cordeddu ha riportato alcuni dati sul drammatico andamento del mercato del lavoro in Sardegna. Dati che verranno illustrati alla conferenza regionale sul lavoro del 1 Ottobre: "La grave crisi economica, sta determinando il tracollo dell'intero sistema economico e finanziario della regione Sardegna. La nostra isola sta pagando il prezzo più alto della crisi poiché dalla rilevazione Istat sulle forze di lavoro del 2009, il tasso di disoccupazione regionale è quasi doppio rispetto alla media nazionale". L'assessore Cordeddu contraddice anche i dati diffusi dall'assessorato regionale al lavoro con il comunicato del 23 Settembre in cui si riporta: "La banca dati della Regione indica un saldo attivo di 28 mila unità”. Non si capisce come l’Assessorato Regionale al Lavoro confronti i dati congiunturali regionali, rilevati dal Sil Sardegna, con i dati elaborati dalla media annuale Istat. La realtà è che ci troviamo di fronte a un quadro preoccupante caratterizzato dalla mancanza di programmazione e attuazione di politiche del lavoro e di sviluppo da parte della Giunta Regionale.


Per informazioni 3452880735

martedì 28 settembre 2010

Presentazione della Conferenza regionale per il lavoro “La Sardegna delle disuguaglianze”


Partito della Rifondazione Comunista - Sardegna

Partito della Rifondazione Comunista - Federazione di Cagliari

Federazione della Sinistra


Alla cortese attenzione di tutti gli organi di informazione e dei capo redattori

Presentazione della Conferenza regionale per il lavoro

La Sardegna delle disuguaglianze”


Avviso Conferenza Stampa Mercoledì 29 Settembre.

La Conferenza Regionale per il lavoro "La Sardegna delle disuguaglianze" organizzata dal PRC Sardegna e dalla Federazione della Sinistra il 1 Ottobre all'Hotel Mediterraneo, sarà un momento di incontro delle lavoratrici e dei lavoratori sardi che lottano per la difesa del posto di lavoro. L'iniziativa intervcerranno il Portavoce Nazione della Federazione della Sinistra Cesare Salvi e il Segretario Nazionale della Cgil Nicola Nicolosi. Per questi motivi convochiamo la conferenza stampa di presentazione Mercoledì 29 Settembre, alle ore 11:30 presso la sede della Federazione del PRC in Via Limbara n°27 a Pirri (Cagliari).

Alla conferenza stampa interverranno Giuseppe Stocchino - Segretario Provinciale PRC Cagliari, Vittorio Macrì - Segreteria Regionale PRC, Responsabile Lavoro - Lorena Cordeddu - Assessore alle politiche del lavoro della provincia di Cagliari. Certi della vostra presenza, Vi ringraziamo anticipatamente, augurandoVi un buon lavoro.

Distinti Saluti

Giuseppe Stocchino

Segretario Provinciale PRC Cagliari


Per informazioni 3452880735

mercoledì 15 settembre 2010

1 Ottobre Cesare Salvi a Cagliari - Conferenza per il Lavoro


LA SARDEGNA DELLE DISUGUAGLIANZE
Conferenza regionale sul lavoro

Venerdì 1 Ottobre 2010 - ore 18:00

Cagliari - Hotel Mediterraneo

Lungomare Colombo, 46

Coordina:

Marco Ligas
(Direttore de "Il Manifesto Sardo)

Introduce
Gianni Fresu
(Segretario Regionale PRC Sardegna)

Intervengono:

Lorena Cordeddu
(Assessore alle politiche del Lavoro - Provincia di Cagliari)

Federico Carboni
(USB Unione Sindacale di Base)

Gianluca Meloni
(Rsu Cgil Call Center Videonline2)

Nicola Nicolosi
(Segretario Nazionale Cgil - Coordinatore Nazionale Lavoro e Società)

Interverranno movimenti di lotta, lavoratrici e lavoratori impegnati nelle vertenze per la difesa del posto di lavoro

Conclude:
CESARE SALVI
(Portavoce Nazionale della Federazione della Sinistra)


Organizzatori:
FEDERAZIONE DELLA SINISTRA
Partito della Rifondazione Comunista - Sardegna
Giovani Comunisti - Sardegna
Dipartimento Lavoro, diritti civili e sociali
Federazione di Cagliari

lunedì 8 febbraio 2010

13 febbraio: convocazione conferenza territoriale GC Selargius, Elmas, Dolianova, Settimo, Sestu, Capoterra, Sadali e Monastir.



Cara Compagna/o,


i lavori verso la IV Conferenza Nazionale dei Giovani Comunisti proseguono nella federazione di Cagliari con la conferenza territoriale di Selargius, Elmas, Dolianova, Settimo, Sestu, Capoterra, Sadali e Monastir.


Vi comunichiamo che per il giorno
Sabato 13 Febbraio 2010,
dalle ore 18:00
presso la Federazione di Cagliaria Pirri (Cagliari) in Via Limbara n°27
la conferenza territoriale dei GC che seguirà il seguente ordine dei lavori:

Ore 18:00 - Apertura dei lavori da parte del garante federale (Roberto Loddo),
nomina della presidenza e delle commissioni


Ore 18:30 - Presentazione dei documenti congressuali e degli eventuali emendamenti:-
1° Documento (Andrea Melis) - "Una Generazione di Sogni Conflitti e Rivoluzioni"-
2° Documento (Compagno da definire-) - "Lottare Occupare Resistere"
- Emendamenti (Compagno -da definire-)

Ore 19:30 - Inizio del dibattito
Ore 20:00 - Votazione con doppio appello nominale consecutivo degli aventi diritto

Ore 20:30 - Eventuale prosecuzione dei dibattito e riunione commissioni congressuali

Ore 20:45 - Relazione delle commissioni ed elezione dei delegati federali

Vista l'immane mole di argomenti su cui confrontarci e discuter si pregano i compagni di osservare la massima puntualità, in particolare l'orario per la votazione è tassativo.

In allegato trovate i documenti congressuali, per qualsiasi altra informazione potete fare riferimento al sito nazionale dei Giovani Comunisti: http://www.giovanicomunisti.it/


Saluti in lotta
per la commissione federale del congresso Gc
Roberto Loddo

domenica 7 febbraio 2010

Documento congressuale circolo della Rifondazione Comunista Quartucciu


Documento congressuale
Circolo della Rifondazione Comunista Quartucciu
07/02/2010


Introduzione
Innanzitutto, premettiamo che questo più che un sostanzioso documento politico congressuale, sarà piuttosto una relazione che toccherà vari argomenti, senza però approfondirli troppo. La scelta dei compagni del Circolo di Quartucciu di non dilungarsi eccessivamente nel teorizzare è propria del "modus operandi" che sin dall'inizio ufficioso del lavoro di questo gruppo è andato concretizzandosi, sino a diventare poi ufficiale, e quindi arrivare sin qui, al Congresso fondativo del Circolo della Rifondazione Comunista di Quartucciu. Nel Giugno 2009, dopo ben 2 anni che a Quartucciu non era presente un Circolo del Prc, dopo le Elezioni Europee, si è scorta la possibilità di far rinascere un nuovo circolo. Un gruppo di compagni si è incontrato e ha deciso di "riprovare", con pazienza e coraggio... perchè, oggigiorno, essere comunisti è necessario quanto faticoso, è una passione quanto un bisogno. La voglia di fare dei compagni ha, dunque, messo in un angolo le difficoltà intrinseche, e dal fare le riunioni in casa si è presto arrivati a farle in una sede, seppur molto modesta. Il "fare" s'è subito sostituito al "parlare", e così si è dato il via ad un progetto, che ci ha portato ad oggi...oggi, giorno che rappresenta un semplice passaggio per la costruzione di un qualcosa di più lento, e soprattutto lungimirante. Il contesto. In realtà, la nascita di una nuova sezione, che è dai tempi del mai rimpianto abbastanza PCI, un motivo di contentezza, è arrivata in tempi, come quello che stiamo attualmente vivendo, tutt'altro che propizi per chi fa la politica che facciamo noi, e per chi crede in quello che crediamo noi. Da una parte, la crisi economica che continua a perpetuarsi non fa altro che assicurarci la veridicità delle analisi del sistema capitalistico che noi abbiamo sempre fatto, e quindi, in un certo senso, ci consegna quel patentino di "ragione", quel soddisfacente "l'avevamo detto"... Che, però, d'altra parte, ci lascia con la "bocca asciutta" perchè, come di consueto, le crisi economiche di tale portata non portano a riflessioni critiche sulle cause delle crisi stesse, bensì portano a rabbia e chiusura verso l'esterno. I ricchi diventano sempre più ricchi, e I poveri sempre più poveri. Le categorie come gli studenti, I pensionati, I lavoratori dipendenti soprattutto, coloro che non hanno sicurezze, precipitano in difficoltà sempre maggiori. Le fabbriche chiudono e si delocalizzano, alla ricerca di costi sempre minori, per profitti sempre maggiori, e così I lavoratori subiscono licenziamenti di massa, con il conseguente impoverimento delle famiglie. Gli studenti subiscono un abbassamento sempre maggiore nella qualità del loro studio, e contestualmente le loro spese aumentano, e la possibilità poi di trovare un posto di lavoro sfuma. Così, I migranti si trovano nel bel mezzo di una "guerra tra poveri" in cui, ahinoi, vengono spesse volte individuati come capro espiatorio di una crisi molto più ampia, e molto più profonda. In questa fase, I Governi tendono a spostarsi tendenzialmente a destra, si diffonde l'idea che l' "altro" è un ostacolo verso il raggiungimento del proprio benessere. La democrazia viene nella sostanza messa in discussione, senza che la popolazione, tremendamente oppressa dal pensiero di arrivare a fine mese, se ne accorga. Ed è qui, in questa situazione, che la presenza dei comunisti è essenziale.

Il Partito..oggi.
Poichè noi siamo qua, a discutere di ciò che è meglio per migliorare il nostro agire; poichè compagni e compagne in tutta Italia credono ancora in questo ideale, in questo simbolo; poichè gli anziani non mollano e i giovani si appassionano; poichè nuovi circoli nascono... il Partito della Rifondazione Comunista ESISTE, ed è vivo. Anni e anni di pesanti lacerazioni e scissioni hanno messo questo Partito in ginocchio, Partito che tuttavia và avanti grazie allo spirito di tutti I compagni e le compagne che ci credono ancora. Partendo da questa più che oggettiva constatazione, è inutile dire che questo nostro Partito si trova in pesante difficoltà: gli iscritti sono notevolmente diminuiti, tanti compagni ormai sono troppo diffidenti e delusi verso di noi per darci anche un minimo di fiducia, il nostro essere fuori dal Parlamento ci ha portato a risultare praticamente invisibili agli occhi della gente, e anche a non poter portare le nostre istanze nelle sedi istituzionali. Le finanze sono a dir poco disastrose, e il grado di radicamento territoriale, malgrado l'impegno assiduo di molti compagni, non è ancora neanche minimamente quello che dovrebbe essere. Giornalmente, e molto obiettivamente, mettiamo sul tavolo tutte queste nostre problematiche, senza nasconderci dietro nessun "ma" e nessuna scusante.
Ma, visto l'incessante impegno dei compagni, dobbiamo chiederci: com'è appropriato agire perchè questo Partito (ri)cresca? E' di primaria importanza per noi riacquistare la fiducia dei compagni fuorisusciti e di quelli che erano nostri simpatizzanti. E se la fiducia è andata persa a causa di scelte "sbagliate" e tante cose non fatte, è il momento di riprendersela questa fiducia, col


FARE.
Se la classe lavoratrice s'è sentita ad un tratto abbandonata, è il momento di starle vicini, sostenendo le loro istanze, le loro vertenze, in modo concreto. In questa ottica, è da guardare con interesse la proposta e l'esperienza del "partito sociale", ossia un partito orizzontale, che ha come obiettivo il rilancio della nostra attività sociale, orientata al radicamento territoriale.
Un mezzo per riallacciare quei rapporti in parte compromessi, e riscoprire in noi la voglia, la possibilità di incidere direttamente sulla condizione dei soggetti svantaggiati e deboli, che per forza di cose si trovano in balìa della crisi e del sistema. La concretizzazione di questo intento son stati I diffusi Gruppi di Acquisto Popolare, l'esperienza delle Brigate di Solidarietà Attiva in Abruzzo, e le recenti Brigate di Solidarietà che sostengono attivamente le fabbriche e gli operai in lotta, le casse di resistenza, le ripetizioni popolari, I mercatini dei libri usati e così via, tutte quelle esperienze che son state portate avanti, che debbono essere prese in considerazione, studiate, migliorate ed eventualmente estese a diversi livelli d'intervento, affinchè diventino pratiche proprie della struttura del Partito in toto. Questo metodo, quello di tornare tra la gente, nelle fabbriche, "rimboccarsi le maniche" in prima persona, è quello che noi, come comunisti, riteniamo il più valido per risalire e ricostruirci diventando un qualcosa di sempre migliore.

Quartucciu
Il Comune di Quartucciu conta circa 13000 abitanti, è quindi al di sotto dei 15000, nonostante questo, visto il rapidissimo incremento della popolazione osservato negli ultimi anni, è possibile che si arrivi a superare la soglia in breve tempo. Quartucciu si trova geograficamente tra due più grandi comuni, quali Quartu Sant'Elena e Selargius, ed è parte del vicinissimo hinterland di Cagliari, il capoluogo di Provincia. Come già sottolineato, il rapido incremento demografico di questo paese è dovuto per lo più alla costruzione di nuovi quartieri. Dunque, I nuovi abitanti sono più che altro non originari del paese, ma cittadini che si sono situati alla periferia di Cagliari, alla ricerca di prezzi più bassi per le case e per allontanarsi dall'ormai congestionato territorio cagliaritano. E' difatti da un paio d'anni che a Quartucciu si assiste ad un aumento dei prezzi abitativi, saliti a causa dell'aumento della domanda. Le scuole presenti nel territorio sono due scuole materne, due scuole elementari, e una scuola media.


Soprattutto, riguardo quest'ultima è importante notare come negli ultimi anni abbia subito una fortissima diminuzione di iscritti: è palese ormai la tendenza a far frequentare agli studenti le scuole dei paesi vicini, o direttamente di Cagliari. Anche per quanto riguarda lo sport, e più generalmente il tempo libero, la situazione è molto simile: le squadre sportive che anni fa vantavano anche buoni risultati, sono ora come ora moribonde; I centri ricreativi sono pochi, e purtroppo poco frequentati. Di nuovo, assistiamo ad una tendenza da parte dei giovani di "uscire" dal paese per praticare sport e per portare avanti i loro hobbies. L'economia di Quartucciu si basa su una struttura di piccole imprese e attività commerciali, soprattutto alimentari come piccoli market, pizzerie, bar, panicifici, e attività come saloni di estetiste, parrucchiere. Per il resto, le altre attività commerciali sono poche, un ottico, un paio di profumerie..et similia. E' facile concludere come attività di questo tipo offrano pochissima occupazione e vista la gestione "familiare" della maggior parte di queste, l'occupazione risulta anche ristretta a pochissimi gruppi d'interesse. Tuttavia, la struttura economica appena accennata è affiancata anche da un grande Centro Commerciale che è situato per metà proprio nel territorio comunale di Quartucciu. Il Centro Commerciale "Le Vele", appunto, è stato costruito nel territorio di competenza di Quartucciu, mentre il relativo grosso ipermercato, il "Carrefour" è situato nel territorio comunale di Quartu Sant'Elena.

Inoltre, antistante il Centro vi è un altro centro di intrattenimento, con un Cinema Multisala.
Come di consueto soprattutto nell'ultimo decennio, si è assistito anche nella nostra zona ad una localizzazione di un Centro commerciale complessivo che comprende attività economiche di ogni tipo: dall'alimentare all'abbigliamento, dalla ristorazione all'intrattenimento, dalla cura estetica personale alla tecnologia. Un sito quindi che contiene in sè tutto ciò di cui può aver bisogno un comune cittadino. Ovviamente, questa localizzazione ha avuto molteplici conseguenze sia per I cittadini visti come singoli individui, sia per le imprese già presenti nel territorio, e quindi per il benessere generale del territorio. Mentre il singolo cittadino "guadagna" da questa "nuova" localizzazione in termini di risparmio, poichè compra in un ipermercato che pratica prezzi più bassi e giornalieri ribassi, poichè quando si reca in tale sito ha a disposizione una molteplicità ampia di servizi, e quindi "in un solo colpo" può soddisfare I suoi bisogni, dal punto di vista delle piccole attività economiche già esistenti, si assiste sicuramente ad una perdita, poichè la clientela diminuisce (preferisce recarsi al vicino centro commerciale) e I costi di gestione sono più alti. Si assiste quindi ad una duplice situazione: le famiglie preferiscono "comprare" nel centro commerciale a discapito delle piccole attività locali, ma queste ultime continuano a sopravvivere grazie alla distanza che le separa dal grosso centro, che appunto porta una parte degli abitanti a preferire "fare due passi per comprare il pane".


A fronte di questa sommaria descrizione complessiva della vita a Quartucciu , è quindi facile concludere che il paese è diventato il classico "paese dormitorio". Il paese è vissuto solo da ristrette categorie di cittadini, e non offre incentivi ora come ora affinchè nè I giovani nè I nuovi abitanti siano motivati a farlo. L'attività del Circolo: obiettivi e priorità. Alla luce dell'analisi fatta del contesto nazionale, della situazione del Partito e delle specificità del Comune di Quartucciu, è essenziale individuare le priorità del nuovo Circolo cittadino. Innanzitutto, è necessario riacquistare la visibilità del Partito stesso vanificata dai troppi anni passati senza la presenza di un nucleo ampio e strutturato di compagni e compagne, anche se alcuni compagni nel territorio si sono impegnati pur trovandosi soli. Per conseguire questo fine, oltre la presenza di un Circolo fisico, quindi visto come luogo di aggregazione e di riferimento, bisogna avviare un lavoro intenso di radicamento nel territorio. Il Circolo ha, in realtà, già iniziato questo percorso iniziando dal mese di settembre con una delle pratiche più diffuse del Partito Sociale, il Gruppo di Acquisto Popolare del pane. E' stato praticato abbastanza costantemente compatibilmente con le condizioni metereologiche, e le reazioni della gente sono state molto interessanti.

Mentre, in un primo momento, pur comprando il pane, le persone si dimostravano molto diffidenti, hanno col tempo imparato a prendere confidenza con questo modo "nuovo" di fare, mutualismo, insomma. Sono state all'ordine del giorno le domande quali "Ma perchè lo fate?", domande sicuramente accolte con molto favore, alle quali si è risposto molto volentieri. Come sono state accolte molto volentieri tutte quelle volte in cui un lunedì non abbiamo potuto fare il GAP, e il lunedì successivo siamo stati letteralemnte "sgridati"! Questa pratica, oltre ad essere stata e risultare anche adesso, estremamente soddisfacente per noi compagn*, poichè permette di adoperarsi in prima persona e lottare contro il caro vita in maniera concreta, ci ha anche dato modo di farci conoscere dalla popolazione, ormai abituata a vedere I politici in modo distaccato, a concepire la politica come un qualcosa di lontano, e per lo più inutile. La popolazione ha come scoperto un nuovo modo di fare politica, attraverso la nostra attività. Ovviamente, correlata alla visibilità è essenziale l'utilità del nostro lavoro. I canali attraverso I quali si può ambire ad essere utili sono due, e devono essere seguiti parallelamente. Da una parte, la presenza all'interno del conflitto, all'interno dei luoghi di lavoro, e a fianco dei soggetti più deboli della società, dall'altra, la vertenza portata avanti a livello istituzionale. Invero, queste due modalità di lavoro devono camminare di pari passo.

A fianco all'aiuto concreto di noi compagni all'interno delle vertenze, c'è la necessità di avanzare critiche e proposte riguardanti le stesse vertenze sul piano istituzionale. Infine, per quanto riguarda la specificità interna del circolo, uno degli obiettivi più importanti e immediati è quello di allargare il tesseramento, ma soprattutto coinvolgere tutti I compagni e le compagne tesserate nell'attività. Ciò che contraddistingue I militanti del nostro Partito da quelli dalla maggior parte degli altri, è proprio l'impegno e la passione nel lavoro. Ed in questo momento di difficoltà, probabilmente si può ripristinare quella genuinità, quella passione e quell'unità che ha sempre portato I comunisti a lottare in ogni situazione, anche la più sfavorevole.

AVANTI COMPAGNI!
Marta Laura Farci

mercoledì 27 gennaio 2010

Intervento del compagno Gino Manca alla Conferenza Provinciale delle Lavoratrici e dei Lavoratori del Prc


di Gino Manca
(Operaio Edile)


Voglio ringraziare il mio partito che mi da la possibilità di prendere la parola. Venendo qua mi sono chiesto, quante volte si è trattato questo problema, quello del lavoro? Quante ore perse nel ribadire un concetto trattato migliaia, e migliaia di volte. Credo che, se ancora oggi dobbiamo affrontare questi temi, la colpa dobbiamo darla alla politica, e permettetemi di essere critico, quindi, anche al nostro partito. Un partito che sposa altri temi e sposta tutto il suo interesse su altre battaglie, lasciando i lavoratori soli, lasciando i lavoratori con un pugno di mosche. Eppure gli si chiede una tessera di un partito politico, una tessera presso un sindacato. Bene sapete cosa fa un lavoratore ?

Dopo aver lavorato 8 ore, inizia un altro lavoro, un lavoretto pur di arrotondare lo stipendio, per portare a casa quei 4 euro che gli serviranno per finire il mese. E quindi Scappa dalla politica, Perché non si sente tutelato. E qui inizia la sfiducia della politica che blatera e non costruisce, anzi "non edifica". Do la colpa allo Stato. Uno Stato indifferente, per certi aspetti inesistente. Quindi è chiaro che, se lo stato è indifferente, i profittatori sfruttano queste situazioni e lucrano. Mi chiedo come può scioperare, un operaio se, per un solo giorno, mette in crisi la propria famiglia? Chi lavora nel settore edile sa bene che, viene licenziato quando finisce un palazzo, o qualsiasi altra struttura, anche se assunto a tempo indeterminato. Quindi in edilizia il precariato e sempre esistito.

Per edificare non serve solo il muratore, ma si inizia con i carpentieri e ferraioli, muratori e intonachini, elettricisti, idraulici e termoidraulici, pavimentisti falegnami e vetrai, cartongessisti e asfaltisti e operatori di mezzi meccanici, ecc. ecc. L’edilizia ora è talmente frammentata che ognuno di questi settori è gestito da un piccolo artigiano, che avendo meno di 15 operai non possono avere un rappresentante sindacale. Queste piccole imprese assicurano da 5-6 unità lavorative e il restante lavora in nero, in questo modo riescono a coprire le spese e aumentare i loro profitti. Esiste poi il fenomeno dei falsi lavoratori autonomi. Molti lavoratori dipendenti sono costretti a mettersi in proprio per continuare a lavorare presso lo stesso datore di lavoro.

Si tratta di falsi autonomi costretti a rinunciare allo status di lavoratore dipendente,in questo modo il datore di lavoro può risparmiare sul differenziale contributivo (13 punti), è libero dai vincoli contrattuali e può evadere il fisco. Ora il sindacato è intervenuto, facendo si che tutti i dipendenti avessero un tesserino di riconoscimento in modo tale che gli ispettori del lavoro potessero avere nell’immediato un numero di matricola inps con foto, nome e cognome, multando chi non è in possesso di tale documento sia il lavoratore che il datore di lavoro. Ma non si è più visto un solo ispettore del lavoro, e né cartellini grazie alla Marcegaglia, che ha dichiarato” che certe norme sono troppo restrittive troppo esose per il datore di lavoro” Ma bisogna sostenere le imprese dice ,ma chi sostiene gli operai? Se è vero che lo stato siamo noi ,noi dobbiamo dare soldi al nostro datore di lavoro, ma come, in cambio di manodopera devo Pagare il mio datore di lavoro? E poi senti il tg che dice riduzione del costo del lavoro,ma non sarebbe meglio una riduzione dei loro profitti?

Nell’edilizia privata non esiste la pausa della sigaretta o la pausa caffè, ma nell’arco delle 8 ore lavorative abbiamo 1 ora di pausa pranzo,quindi 4 ore la mattina e 4 nel pomeriggio senza nessuna sosta,.Nell’arco dell’anno abbiamo 12 ore retribuite per assemblee sindacali,ebbene in 30 anni ci siamo riuniti una sola volta, questo perché nell’edilizia privata lo stesso sindacato ha difficoltà ad intervenire e quindi siamo ancor meno tutelati rispetto ai lavoratori edili del settore pubblico. Quello edile è tra i lavori più faticosi oggi presenti, tra i meno remunerati e tra i più pericolosi, dove ancora si muore, perché garantire sicurezza, costa, evidentemente il prezzo di una vita umana vale meno di un ponteggio fatto nel rispetto delle regole o di una cinghia di sicurezza. Ogni settimana nei cantieri del nostro Paese muoiono 5 lavoratori e 1962 subiscono un infortunio. Nel 2007 sono morti 275 lavoratori edili e 102.000 infortuni, come se fosse normale morire in un cantiere.

Lo studio dell’Eurispes (Infortuni sul lavoro) dice ,peggio di una guerra .Presentato nella camera dei deputati, è stato calcolato come dall’aprile 2003 all’aprile 2007 i militari della coalizione che hanno perso la vita sono stati 3.520,mentre, dal 2003 al 2006, nel nostro paese i morti sul lavoro sono stati ben 5.252. L’edilizia si conferma come settore ad alto rischio,eppure il nostro,non è considerato neppure tra i lavori usuranti. E che dire sul Processo Breve. Salteranno tutti i processi sulle tragedie del lavoro, la speranza di avere giustizia non esiste, la legge non è uguale per tutti. E per finire agli edili si chiedono 40 anni di contributi, sommando la propria età per raggiungere 97 anni, ma come è possibile lavorare 40 anni in queste condizioni. E vero, il lavoro nobilita l’uomo e lo rende libero. Ma secondo voi,questa, non è una forma di schiavitù?

mercoledì 20 gennaio 2010

Sabato 23 Gennaio: Conferenza delle lavoratrici e dei lavoratori di Cagliari

LA PAROLA A CHI LAVORA
Conferenza provinciale delle lavoratrici e dei lavoratori del Partito della Rifondazione Comunista

sabato 23 gennaio 2010
ore 15:30
presso la Federazione Prc di Cagliari
Via Limbara 27, Cagliari - Pirri
Introduce Roberto Loddo (Dipartimento Lavoro PRC Cagliari)
Coordina Giuseppe Stocchino (Segretario federale PRC Cagliari)
Intervengono:
Anna Bisio (Rsu Cgil call center Omnia)
Costanza Congiu (Spi-Cgil Cagliari)
Giuliana Floris (Rsa Cgil appalti pulizie università)
Gino Manca (Operaio edile)
Nivan Medici (RdB - Pubblico impiego)
Gisella Trincas (Operatrice sociale - presidente Asarp)
...e altre lavoratrici e lavoratori di vari settori: cooperative sociali, precari scuola Cagliari, industria...
Partecipano:
Anna Cotone (Dipartimento nazionale lavoro PRC)
Vincenzo Pillai (Segreteria regionale PRC)
E con l'intervento poetico-musicale di Giuseppe Murtas

Partecipiamo e diffondiamo!

lunedì 4 gennaio 2010

Convocazione 3° Riunione Dipartimento Lavoro diritti civili e sociali‏



Ciao Compagni/e

nella speranza che abbiate passato delle buone vacanze vi informo che Sabato 9 Gennaio, alle ore 18:00 presso la nuova sede della federazione del Prc in via Limbara n°27 a Pirri (Cagliari) è convocata la 3° Riunione del Dipartimento Lavoro diritti civili e sociali della Federazione del Prc di Cagliari. All'ordine del giorno della riunione 1) la costruzione di un tavolo regionale contro il razzismo e l'omofobia. 2) la conferenza provinciale delle lavoratrici e dei lavoratori. 3) discussione sul congresso della Cgil.

vi informo inoltre che da oggi, il sito "rifondazionelibera" è diventato il sito del Prc della Federazione di Cagliari, di conseguenza questa mail da cui vi scrivo: rifondazionelibera@gmail.com verrà utilizzata come mail della federazione. Gli indirizzi che trovate in "visibile" sono gli indirizzi mail dei compagni e delle compagne componenti del dipartimento lavoro della federazione di Cagliari. Invito i circoli della federazione che non avessero ancora individuato un responsabile lavoro a nominare il compagno/a e comunicare la nomina alla federazione. La data in cui abbiamo pensato di organizzare la conferenza provinciale delle lavoratrici e dei lavoratori è Sabato 23 Gennaio. Ricordo che la riunione del dipartimento è aperta tutti gli iscritti/e e le/i simpatizzanti.Vi auguro un 2010 di pace, lavoro e laicità.

sito della conferenza nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori
http://www.controlacrisi.org/joomla/conferenzalavoratori/index.php

Saluti in Lotta

Roberto Loddo
Responsabile Dipartimento Lavoro

Presentazione del libro "Viet Nam: le radici della resistenza"


Venerdì 15 Gennaio 2010
Ore 17:30
Sala Cosseddu - Via Trentino, Cagliari


Questo […] libro sul Viet Nam è un meticoloso lavoro di ricerca, una scrupolosa ricostruzione condotta negli archivi e con l’ausilio di una poderosa bibliografia, una diligente attenzione interpretativa e un’acuta riflessione analitica sorretta da un meritevole approccio multidisciplinare.Al centro della sua analisi è la storia politica e la politica sociale del Viet Nam e molti e compositi sono gli interrogativi che si pone alla ricerca delle radici storiche di avvenimenti e di idee. Radici storiche che richiedono un approccio di lunga durata che non tralascia il paese tradizionale, precoloniale, così da comprendere tutta una serie di caratteristiche specifiche della civiltà vietnamita. Non limitando la storia del Paese ai tempi più recenti, E.L. dà prova di non temere di annodare il presente al passato e d’inserire i dati risultanti dall’osservazione all’interno di categorie storiche e/o culturali più ampie. In questo modo i differenti strati sovrapposti (sinizzazione, colonialismo, comunismo), pur modificati dalle recenti trasformazioni economiche e sociali, lasciano affiorare tracce antiche che continuano ad essere eloquenti”. Tratto dalla prefazione di Annamaria Baldussi