sabato 11 luglio 2009

Verso il polo della sinistra di alternativa!


ASSEMBLEA NAZIONALE PER LANCIARE LA COSTRUZIONE DEL POLO DELLA SINISTRA DI ALTERNATIVA


Roma, sabato 18 luglio, ore 10.00-14.00, Centro Congressi Frentani, via Frentani 4/a Care compagne,Cari compagni, diverse personalità - a partire dai segretari nazionali dei partiti che hanno dato vita alla lista anticapitalista e comunista, Paolo Ferrero, Oliviero Diliberto e Cesare Salvi – hanno deciso di convocare a Roma sabato 18 luglio una importante Assemblea nazionale aperta a tutti coloro che sono interessati a costruire un polo della sinistra di alternativa. Data l’importanza di questa mobilitazione di carattere nazionale, si raccomanda la presenza di tutti i membri del Comitato politico nazionale, delle/i segretarie/i regionali e provinciali e delle/i rappresentanti istituzionali del Partito. L’assemblea si terrà dalle ore 9.30 alle ore 14.30 presso il Centro Congressi Frentani, via dei Frentani 4/a (a 10 minuti dalla stazione Termini).

Saluti comunisti,

Paolo Ferrero Segretario nazionale
Claudio Grassi Responsabile Organizzazione

Sciopero generale industria grande manifestazione di popolo

di Gianni Fresu
Segretario Regionale Prc
Cagliari, 10 luglio 2009.

Lo sciopero generale dell'industria si è rivelato una grande manifestazione di popolo, alla quale hanno preso parte anche altre categorie produttive e migliaia di cittadini sardi esasperati da una situazione insostenibile. Dopo le miracolistiche promesse della campagna elettorale (chi ricorda più i mille euro per ogni disoccupato promessi da Cappellacci?) questa Giunta regionale si è distinta soltanto per l'opera di occupazione di potere e per il rapporto di servile vassallaggio alle esigenze del Premier Berlusconi. La Sardegna sta vivendo una drammatica desertificazione industriale ed economica, lo schiaffo dell'ENI è solo l'ultimo episodio di una lunga serie di comportamenti che confermano il disprezzo verso la Sardegna da parte del Governo nazionale e delle imprese. Portovesme, Portotorres, Ottana, Macchiareddu, sono le stazioni di una infinita Via crucis inflitta ai lavoratori sardi. Le imprese, dopo aver goduto di agevolazioni, finanziamenti a pioggia e aver devastato l'ambiente, ringraziano e danno il ben servito e la classe politica si dimostra incapace ad esercitare un qualsiasi ruolo positivo. Sembra impossibile, ma la maggior preoccupazione del governo regionale, nei giorni che hanno preceduto l'inaccettabile decisione dell'ENI, erano rivolte al "rimpasto" dopo appena cento giorni di governo. La Sardegna è trattata alla stregua di una colonia e il suo governatore si comporta come i vecchi Vicerè piemontesi. Le istituzioni autonomistiche della Sardegna non hanno mai vissuto un livello tanto basso di degrado e assenza di autorevolezza politica. La Giunta Cappellacci deve dimettersi per reiterata incapacità a rappresentare il popolo sardo. Le forze sociali e quelle democratiche devono prepararsi ad una dura lotta per non vedere cancellata dalla nostra regione una qualsiasi ipotesi di sviluppo industriale.

giovedì 9 luglio 2009


L’ENI si disimpegna da Porto Torres mentre si prepara lo sciopero generale dei lavoratori dell’industria in Sardegna per il 10 di luglio

L’ENI si disimpegna da Porto Torres mentre si prepara lo sciopero generale dei lavoratori dell’industria in Sardegna per il 10 di luglio.


La determinazione assunta ieri, 7 luglio, dall’ENI di fermare gli impianti del petrolchimico di Porto Torres è gravissima per le pesanti ricadute che avrà sia sul piano occupazionale, con 3.500 lavoratori tra diretti e indiretti che dal primo di agosto si troveranno a casa, che per l’ intero sistema economico sardo. L’ENI punta ancora una volta ad andar via da un territorio, quello sassarese in questo caso, lasciandosi alle spalle non solo devastazione economica e sociale, ma anche migliaia di ettari di terreno devastati dal punto di vista ambientale in cui serviranno anni di lavoro e massicci investimenti economici per poterli risanare e riconvertire ad altri scopi produttivi. Dunque un altro territorio, rischia il tracollo, così come sta accadendo nel Sulcis-Iglesiente, dove dopo la fermata degli impianti dell’Eurallumina più niente si è mosso; gli investimenti che dovrebbero garantire la ripresa produttiva dopo un anno di fermata degli impianti non si vedono; i lavoratori con le loro famiglie, dell’Eurallumina, così come quelli di tante altre aziende in crisi, Otefal, Rockwool, Portovesme srl (solo per citarne alcune) e di tante imprese dei servizio e delle manutenzioni, si trovano soli e pieni di problemi improvvisi e inaspettati. I pochi che hanno la “fortuna” di avere regolarmente i soldi della CIG o della mobilita (sia straordinaria o in deroga), non arrivano alla fine mese; tanti altri che non hanno ricevuto ancora, da mesi, neanche un euro, dai così detti “ammortizzatori sociali” si trovano nella disperazione più nera. I tanto annunciati interventi di sostegno al reddito per le famiglie di questi lavoratori, che la Regione ha fatto a più riprese per bocca del suo presidente, ad oggi, non se ne vede l’ombra. Così come tutti gli impegni che Berlusconi e Cappellacci hanno assunto prima delle elezioni: sull’industria, le infrastrutture, i servizi..ecc, si sono rivelati puntualmente delle misere menzogne. Anzi stanno facendo di peggio, cercando di affossare quanto di buono è stato fatto o messo in cantiere dal precedente governo regionale di centrosinistra. Lo sanno bene, per esempio, ad Arbatax e Tortolì, sia i cassaintegrati della ex-cartiera che i numerosi disoccupati che avevano riposto nel polo nautico (finanziato con soldi veri e che avrebbe dovuto dare lavoro a circa settecento persone) una possibile prospettiva e una speranza per il futuro dell’Ogliastra, ed ora tutto viene messo in discussione per manifesta incapacità dell’attuale governo di centro-destra.

Cappellacci se avesse dignità dovrebbe solo vergognarsi! L’inerzia della sua giunta e la subalternità agli interessi del “libertino” di Arcore stanno mettendo in ginocchio l’intera Sardegna. La maggioranza che governa la Regione in questi primi quattro mesi di avvio di legislatura si è distinta (oltre che per avere approvato una manovra di bilancio totalmente inadeguata alla situazione, ma passata, purtroppo nel silenzio dei media e delle parti sociali) solo per le discussioni e le litigate sugli assetti, sostituendo già qualche assessore e annunciando nuove modifiche nell’esecutivo per l’autunno. Un teatrino vergognoso che terrà occupati i “nostri” governanti per tutta l’estate, mentre si prepara un autunno difficile per migliaia di famiglie. Tutto questo è favorito da un’opposizione in Consiglio Regionale quasi del tutto assente, divisa e debole. Incapace di interpretare e organizzare in movimento e in proposta politica il grande malessere che si vive nei territori dell’isola.

Sono questi alcuni dei motivi che spingono il PRC della Sardegna a sostenere e partecipare, con uno straordinario impegno, lo sciopero generale dei lavoratori dell’industria, indetto per venerdì 10 luglio p.v. dalle organizzazioni sindacali regionali confederali e di categoria. Uno sciopero annunciato da tempo, tanto che la decisione dell’ENI a tre giorni dalla giornata di lotta suona quasi come una provocazione. I sardi, dopo il disastroso risultato elettorale per il centrosinistra alle elezioni regionali del febbraio scorso, si sono distinti nelle recenti elezioni per il rinnovo del parlamento europeo per avere bocciato le forze del centrodestra nel segreto dell’ urna. Bene, ma adesso è il momento che vengano bocciate le politiche del centrodestra, a viso aperto, nelle piazze dell’isola.

Vittorio Macrì
Del C.P.R. della Sardegna

Carbonia 08/07/09

martedì 7 luglio 2009

Il Prc sardo contro la repressione del dissenso


PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA SARDEGNA - SINISTRA EUROPEA

COMUNICATO STAMPA

Cagliari, 7 luglio 2009.

L’operazione di polizia che in queste ore sta portando ad arresti e provvedimenti cautelari verso esponenti del movimento studentesco ha un evidente significato intimidatorio e interdittorio. Il movente è politico: impedire manifestazioni di massa di contestazione dell’attuale ordine economico e politico mondiale, in un contesto di crisi economica sempre più grave. I governi che hanno condotto all’attuale disastro non vogliono essere messi in discussione, le autorità italiane provvedono preliminarmente con il consueto armamentario di denuncie per associazione sovversiva e danneggiamenti. Sono passati esattamente otto anni dalle violenze impunite della “macelleria messicana” a Genova, questo sembra solo un antipasto di quel che si vuol servire nel corso del prossimo G8. Urge una mobilitazione democratica per il rispetto delle libertà individuali e collettive garantite dalla nostra Costituzione, contro ogni tentazione di ulteriore involuzione autoritaria.


Gianni Fresu

Segretario regionale PRC della Sardegna