domenica 14 settembre 2008

Ecco la squadra di Paolo, in sei, tutti di maggioranza. Auguri alla nuova segreteria, viva Rifondazione!

di Angela Mauro
da Liberazione, 14/09/2008

Rifondazione comunista ha una nuova segreteria nazionale. Sono sei le persone che affiancheranno il segretario Paolo Ferrero nell'applicazione della linea politica che ha prevalso al congresso di luglio a Chianciano (opposizione sociale, no al superamento del Prc). La squadra - composta da Roberta Fantozzi, Maria Campese, Claudio Grassi, Eleonora Forenza (mozione 1), Gianluigi Pegolo (mozione 3), Claudio Bellotti (mozione 5) - E' stata eletta ieri dal primo comitato politico nazionale (cpn) post-congresso (141 sì, 130 no, 4 astenuti). Il "parlamentino" del Prc, ha anche eletto la nuova direzione e confermato il tesoriere.

La direzione (eletta con 247 s�, 22 no, 5 astenuti) si riunirà lunedì 22 settembre (60 membri: 24 della mozione 1, 28 della 2, 5 per la 3, 2 per la 4, 1 per la ex mozione 5 sciolta dopo Chianciano). Confermato il tesoriere Sergio Boccadutri, mozione 2, era già nell'aria che rimanesse in carica (256 sì, 10 no, 5 astenuti, 3 schede bianche). Il quadro generale non presenta sorprese rispetto a quanto si era delineato subito dopo la chiusura dell'assise di Chianciano. Ieri Ferrero ha ribadito l'offerta di gestione unitaria del partito alla mozione 2 guidata da Nichi Vendola (il governatore della Puglia assente al cpn perchè impegnato all'inaugurazione della Fiera del Levante a Bari).

Proposta rifiutata, come era già stato detto. "Non ci sono le condizioni - l'intervento di Gennaro Migliore - non si possono mettere da parte le diverse opzioni politiche, cioè i motivi per cui ci siamo divisi". Vendoliani fermi dunque nell'applicazione della loro linea politica (la costituente di sinistra, specifica Alfonso Gianni), pur restando nel partito con il loro 47 per cento. Un po' per tutte le mozioni congressuali, il centro nevralgico dello scontro interno diventerà la direzione nazionale, organo più snello del cpn (che conta 281 membri, i risultati delle votazioni di ieri tengono in conto 7 assenti) e che, rispetto al cpn, si riunisce più spesso. Punta molto sul dibattito in direzione anche l'area dell'Ernesto (terza mozione), scontenta per essere stata esclusa dalla segreteria tanto da minacciare il voto contrario in cpn. "A Chianciano hai vinto anche con i nostri voti - si rivolge a Ferrero il leader dell'Ernesto Fosco Giannini - Potremmo votare no, ma sarebbe irresponsabile: regaleremmo il partito alla vasta opposizione interna che vuole superarlo�".
L'Ernesto dunque si allinea.

Il dibattito in cpn fotografa senza scatti particolari (tranne che nella coda, ma ne parliamo più avanti) il dualismo interno tra le mozioni che appoggiano il segretario e la mozione 2, costituitasi in area "Rifondazione per la sinistra". A Ferrero viene contestato il piano di attacco contro l'idea del governo di introdurre una soglia di sbarramento al 5 per cento nel sistema elettorale per le europee. "E' sconcertante che l'unica proposta siano i presidi davanti alle sedi del Pdl - dice Migliore - Abbiamo intrapreso una strada pericolosamente testimoniale e minoritaria". Ribatte il segretario nelle conclusioni: "Lo so che i sit-in non bastano per far cambiare idea a Berlusconi, ma serve un'offensiva. Dovremmo insistere sulla riduzione dello sbarramento e la difesa delle preferenze". E concorda con la proposta di Roberto Musacchio (mozione 2) e Franco Russo (ex mozione 5) di "allargare il fronte della collaborazione con l'Udc di Casini, in prima linea per mantenere le preferenze". "Ma come" Con Bertinotti abbiamo fatto lo sciopero della fame contro le liste civetta in camper a piazza Colonna", ricorda Grassi. Ferrero si trova a dover controbattere poi sulla sua idea di gestire unitariamente all'Idv la raccolta di firme per il referendum sul lodo Alfano (immunità per le alte cariche dello Stato).

Il segretario replica alle critiche di Alfonso Gianni sulla tempistica della petizione, che Di Pietro avvierà in piazza l'11 ottobre. "Ho chiesto io a Di Pietro di cominciare ora per fare in modo che la Consulta dia il via libera solo a gennaio ed evitare che la consultazione coincida con quella sulla legge elettorale maggioritaria, prevista l'anno prossimo - sottolinea Ferrero - In questo modo, il referendum sul lodo Alfano non farà da volano per il raggiungimento del quorum all'altra consultazione sulla quale non siamo d'accordo". E poi critiche sulla gestione della giornata di mobilitazione in programma oggi al Teatro Brancaccio di Roma. "Ha una piattaforma senza il mandato del cpn", dice Migliore. "Il mandato� la linea che ha vinto a Chianciano", secca la risposta di Ferrero.

Perfino sull'11 ottobre c'è polemica, nonostante che il cpn voti all'unanimità un ordine del giorno di adesione alla mobilitazione contro le politiche del governo indetta per quella data da diverse associazioni della sinistra. C'è un contrario, Franco Russo: "Voto contro. Guardando le firme apposte all'appello (tra gli altri anche Bertinotti e Ingrao, ndr.) sembra di stare ancora ai tempi dell'Arcobaleno...". Nelle repliche Ferrero media: "Non è una manifestazione convocata dai partiti e ciò ha permesso che tutto il Prc vi partecipi. Io sono per coordinare tutte le forze di opposizione: propongo che il Prc aderisca allo sciopero generale dei sindacati di base il 17 ottobre e ai sindacati di base propongo di scendere in piazza con noi l'11". Inutile dire delle contrapposizioni tra la maggioranza e la minoranza vendoliana sull'atteggiamento da assumere con il Pd. "Non può essere omesso dalle nostre discussioni sull'opposizione", sostiene Migliore. "Ma come si fa se si limitano ad un ruolo emendativo nei confronti del governo? - osserva Ferrero - Non possiamo insegnare nulla perchè non contiamo nulla in questa fase. Dobbiamo invece sfidarli sul terreno di un'opposizione di sinistra, altrimenti Veltroni non si sposta".

Il "bello" arriva intorno alle 17. La votazione di un ordine del giorno presentato da Elettra Deiana (mozione 2) sulla crisi del Caucaso sembra un'inezia di fine seduta, ma invece mette a nudo la palude del dibattito interno. Cerca di bloccarlo Ramon Mantovani: "Rimandiamolo alla direzione, dopo una discussione seria sul tema". I vendoliani non ci stanno e insistono sul dispositivo che sostanzialmente invita a "non parteggiare" per Russia o Usa e a mobilitarsi contro la corsa alle armi delle varie superpotenze ("Chavez ha cacciato l'ambasciatore Usa, ma non è bello che le navi russe ora si stiano muovendo verso l'America Latina", è la frecciata di Alfonso Gianni). La segreteria risponde con un "ordine del giorno che rinvia la discussione alla direzione", spiega Fabio Amato. Ed è marasma. "Non si può contrapporre quella che è una mozione d'ordine ad un ordine del giorno. Piuttosto votiamo l'uno e l'altro", propone l'ex segretario Giordano.

Sempre di più sono in piedi. C'è chi guarda l'orologio preoccupato per il calcio d'inizio della partita della Roma con il Palermo, Maurizio Zipponi se la ride ("che spettacolo e senza pagare il biglietto..."), Orfeo Goracci, sindaco di Gubbio ed esponente di maggioranza, va al microfono e dà il colpo di grazia: "E' un'ora che discutiamo dell'Abkhazia e dell'Ossezia ma se usciamo fuori scopriamo che ai nostri compagni non gliene frega niente...2. Cori di "buuu". Se ne esce quando Ferrero propone di mettere ai voti entrambi i dispositivi: bocciato quello dei vendoliani, accolto quello della segreteria, il dibattito si sposta dunque in direzione. Ultima chicca: il cpn approva un ordine del giorno sulla situazione di Liberazione . Tenuto conto delle preoccupazioni della redazione - il senso - si dà mandato al cda della società editrice, Mrc, di "proporre un piano di rilancio sulla base dei dati economici esistenti".