lunedì 8 settembre 2008

«Sui licenziamenti non si transige Cgil, Cisl e Uil battano un colpo»


FS/I DELEGATI IN ASSEMBLEA
«Sui licenziamenti non si transige Cgil, Cisl e Uil battano un colpo»

Dal Il Manifesto, 6 Settembre 2008
s. f.

Un'affollata assemblea promossa dalla storica rivista dei macchinisti «Ancora in marcia» ha portato ieri a Roma centinaia di ferrovieri e delegati sindacali. Il mese scorso, Dante De Angelis, macchinista e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Rls), è stato licenziato dalle Ferrovie per avere denunciato i due Eurostar spezzatisi nella stazione centrale di Milano a luglio. «Un fatto senza precedenti, nella misura in cui trova 'giustificazione' proprio in quelli che sono diritti e doveri di un Rls», ha ricordato l'avvocato di De Angelis.

Ma che, eccezione fatta per qualche dichiarazione ad uso e consumo della stampa, non avuto seguito alcuno nell'iniziativa sindacale. Come nulla fosse, i sindacati confederali hanno aperto il 2 settembre scorso la trattativa con le Ferrovie. Una trattativa, tra l'altro, che tocca questioni dirimenti per la sicurezza: dall'introduzione del macchinista unico, al «progetto operation» (che comporterà la riduzione del numero di capistazione sulle linee ferroviarie), fino alla ristrutturazione del comparto manutenzione, con conseguenti esternalizzazioni e riduzione di personale.

I ferrovieri di base e i macchinisti hanno dunque invitato ieri tutti i sindacati ( e la richiesta verrà formalizzata in una lettera indirizzata a Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Orsa e Fast - la Cub, con il suo coordinatore Pierpaolo Leonardi, ieri era presente e ha sostenuto le ragioni dei ferrovieri sindacati a cui tra l'altro molti dei presenti ieri sono iscritti) a sospendere la trattativa e dichiarare lo sciopero: «Sui licenziamenti non si può transigere, senza una risposta la categoria si organizzerà da sè». Sulla portata del tutto «eccezionale» dell'evento d'altro canto nessuno dei presenti ieri ha sollevato dubbi. Luigi Zanda (Pd) ha annunciato un'interrogazione parlamentare: «In nessuna democrazia può esistere un'azienda pubblica che decida di licenziare dei lavoratori impedendogli di esporre rischi e prospettare pericoli». «Servirebbe un encomio e invece in Italia ci si ritrova disoccupati», dice Fabio Evangelisti (Idv). Secondo Giorgio Cremaschi (Rete 28 Aprile) «non è un caso che il tutto sia accaduto poco prima dell'avvio del confronto sul macchinista unico».