mercoledì 27 gennaio 2010

Intervento del compagno Gino Manca alla Conferenza Provinciale delle Lavoratrici e dei Lavoratori del Prc


di Gino Manca
(Operaio Edile)


Voglio ringraziare il mio partito che mi da la possibilità di prendere la parola. Venendo qua mi sono chiesto, quante volte si è trattato questo problema, quello del lavoro? Quante ore perse nel ribadire un concetto trattato migliaia, e migliaia di volte. Credo che, se ancora oggi dobbiamo affrontare questi temi, la colpa dobbiamo darla alla politica, e permettetemi di essere critico, quindi, anche al nostro partito. Un partito che sposa altri temi e sposta tutto il suo interesse su altre battaglie, lasciando i lavoratori soli, lasciando i lavoratori con un pugno di mosche. Eppure gli si chiede una tessera di un partito politico, una tessera presso un sindacato. Bene sapete cosa fa un lavoratore ?

Dopo aver lavorato 8 ore, inizia un altro lavoro, un lavoretto pur di arrotondare lo stipendio, per portare a casa quei 4 euro che gli serviranno per finire il mese. E quindi Scappa dalla politica, Perché non si sente tutelato. E qui inizia la sfiducia della politica che blatera e non costruisce, anzi "non edifica". Do la colpa allo Stato. Uno Stato indifferente, per certi aspetti inesistente. Quindi è chiaro che, se lo stato è indifferente, i profittatori sfruttano queste situazioni e lucrano. Mi chiedo come può scioperare, un operaio se, per un solo giorno, mette in crisi la propria famiglia? Chi lavora nel settore edile sa bene che, viene licenziato quando finisce un palazzo, o qualsiasi altra struttura, anche se assunto a tempo indeterminato. Quindi in edilizia il precariato e sempre esistito.

Per edificare non serve solo il muratore, ma si inizia con i carpentieri e ferraioli, muratori e intonachini, elettricisti, idraulici e termoidraulici, pavimentisti falegnami e vetrai, cartongessisti e asfaltisti e operatori di mezzi meccanici, ecc. ecc. L’edilizia ora è talmente frammentata che ognuno di questi settori è gestito da un piccolo artigiano, che avendo meno di 15 operai non possono avere un rappresentante sindacale. Queste piccole imprese assicurano da 5-6 unità lavorative e il restante lavora in nero, in questo modo riescono a coprire le spese e aumentare i loro profitti. Esiste poi il fenomeno dei falsi lavoratori autonomi. Molti lavoratori dipendenti sono costretti a mettersi in proprio per continuare a lavorare presso lo stesso datore di lavoro.

Si tratta di falsi autonomi costretti a rinunciare allo status di lavoratore dipendente,in questo modo il datore di lavoro può risparmiare sul differenziale contributivo (13 punti), è libero dai vincoli contrattuali e può evadere il fisco. Ora il sindacato è intervenuto, facendo si che tutti i dipendenti avessero un tesserino di riconoscimento in modo tale che gli ispettori del lavoro potessero avere nell’immediato un numero di matricola inps con foto, nome e cognome, multando chi non è in possesso di tale documento sia il lavoratore che il datore di lavoro. Ma non si è più visto un solo ispettore del lavoro, e né cartellini grazie alla Marcegaglia, che ha dichiarato” che certe norme sono troppo restrittive troppo esose per il datore di lavoro” Ma bisogna sostenere le imprese dice ,ma chi sostiene gli operai? Se è vero che lo stato siamo noi ,noi dobbiamo dare soldi al nostro datore di lavoro, ma come, in cambio di manodopera devo Pagare il mio datore di lavoro? E poi senti il tg che dice riduzione del costo del lavoro,ma non sarebbe meglio una riduzione dei loro profitti?

Nell’edilizia privata non esiste la pausa della sigaretta o la pausa caffè, ma nell’arco delle 8 ore lavorative abbiamo 1 ora di pausa pranzo,quindi 4 ore la mattina e 4 nel pomeriggio senza nessuna sosta,.Nell’arco dell’anno abbiamo 12 ore retribuite per assemblee sindacali,ebbene in 30 anni ci siamo riuniti una sola volta, questo perché nell’edilizia privata lo stesso sindacato ha difficoltà ad intervenire e quindi siamo ancor meno tutelati rispetto ai lavoratori edili del settore pubblico. Quello edile è tra i lavori più faticosi oggi presenti, tra i meno remunerati e tra i più pericolosi, dove ancora si muore, perché garantire sicurezza, costa, evidentemente il prezzo di una vita umana vale meno di un ponteggio fatto nel rispetto delle regole o di una cinghia di sicurezza. Ogni settimana nei cantieri del nostro Paese muoiono 5 lavoratori e 1962 subiscono un infortunio. Nel 2007 sono morti 275 lavoratori edili e 102.000 infortuni, come se fosse normale morire in un cantiere.

Lo studio dell’Eurispes (Infortuni sul lavoro) dice ,peggio di una guerra .Presentato nella camera dei deputati, è stato calcolato come dall’aprile 2003 all’aprile 2007 i militari della coalizione che hanno perso la vita sono stati 3.520,mentre, dal 2003 al 2006, nel nostro paese i morti sul lavoro sono stati ben 5.252. L’edilizia si conferma come settore ad alto rischio,eppure il nostro,non è considerato neppure tra i lavori usuranti. E che dire sul Processo Breve. Salteranno tutti i processi sulle tragedie del lavoro, la speranza di avere giustizia non esiste, la legge non è uguale per tutti. E per finire agli edili si chiedono 40 anni di contributi, sommando la propria età per raggiungere 97 anni, ma come è possibile lavorare 40 anni in queste condizioni. E vero, il lavoro nobilita l’uomo e lo rende libero. Ma secondo voi,questa, non è una forma di schiavitù?