venerdì 1 agosto 2008

Tradita la linea di Carrara. D'Alema? Male informato

di Romina Velchi

su Liberazione del 01/08/2008
intervista a Claudio Grassi, coordinatore nazionale di Essere comunisti

Claudio Grassi, a Carrara l'area che fa riferimento a te (Essere comunisti) e che era in minoranza aveva trovato una convergenza, diciamo così, con la segreteria Giordano. Che cosa è accaduto in questo anno e mezzo da spingerti a rompere con la maggioranza di allora?

E' accaduto che la proposta politica di Carrara è stata affossata e quindi si è disgregata l'ampia maggioranza che si riconosceva attorno a quell'impianto. Carrara viveva di due presupposti fondamentali. Da una parte un'unità della sinistra che però non metteva in discussione l'autonomia di Rifondazione comunista. E dall'altra prendeva atto che il congresso di Venezia aveva fallito per quanto riguarda la gestione maggioritaria del partito e quindi bisognava costruire un modo diverso di stare assieme all'interno del Prc. Quell'impianto e quella coalizione è stata frantumata dal modo con cui si è voluti andare al congresso, cioè a mozioni contrapposte.
E poi c'è stata la Sinistra arcobaleno.

Certo, nell'ultima fase della campagna elettorale, come ha tra l'altro detto lo stesso Fausto Bertinotti intervenendo a Chianciano, si è lavorato non per costruire, come avevamo detto e scritto tutti assieme a Carrara, un percorso di unità a sinistra che salvaguardasse l'autonomia di Rifondazione, ma sostanzialmente per costruire, attraverso la Sinistra arcobaleno, una nuova forza della sinistra all'interno della quale Rifondazione comunista diventava una tendenza culturale. Il fatto che le elezioni siano andate male hanno bloccato questo processo. Ma, appunto, come ricordato dallo stesso Bertinotti, se fossero andate bene la proposta diventava concreta nei fatti.

Nei giorni caldi di Chianciano sei stato nell'occhio del ciclone per il tentativo di arrivare ad un accordo con gli esponenti della seconda mozione. Cosa c'era di vero e cosa c'era di falso in quelle ricostruzioni?

Di fronte ad un congresso in cui nessuna delle due mozioni principali aveva la maggioranza da sola, mi sembrava naturale cercare di trovare un'intesa, oltre che con le altre mozioni di minoranza anche con la mozione di maggioranza relativa per cercare di tenere unito il più possibile il partito. Ho cercato di farlo anche perché, visto che la proposta della costituente della sinistra non aveva raggiunto la maggioranza assoluta e visto che era stato eliminato dalle proposte politiche praticabili il superamento di Rifondazione comunista, pensavo che si potesse trovare un'intesa comune almeno per il prossimo anno, visto che ci attendono appuntamenti assai significativi. Il mio tentativo non è riuscito, ma ovviamente il partito va avanti lo stesso e ora bisogna guardare avanti e non indietro.

La maggioranza che ha vinto il congresso è unita solo dall'antivendolismo?

Assolutamente no. E' una maggioranza che ha costruito e scritto un documento politico che, secondo me, in modo ingeneroso è stato ridicolizzato. E' un documento che invece contiene alcuni punti importanti, che tra l'altro sono sempre stati propri di Rifondazione comunista. E attorno a questo documento politico si costruiranno le prossime iniziative. In ogni caso, noi riproponiamo testardamente la gestione unitaria in coerenza proprio con i deliberati di Carrara. Tutti insieme eravamo d'accordo nel riconoscere che la linea di Venezia (chi ha il cinquanta per cento più uno piglia tutto) non ha funzionato. E ora tutti dobbiamo metterlo in pratica. A questo proposito capisco la tensione che si è prodotta nel congresso, ma certe frasi avrei preferito non sentirle.
A quali ti riferisci?

Per esempio la compagna Deiana che dice: Ferrero non è il mio segretario; o Giordano: finalmente liberi; o lo stesso Nichi che nell'intervista a "Liberazione" afferma: hanno ucciso la mia Rifondazione. Il sottoscritto per tanto tempo è stato in minoranza, ma non si è mai sognato o permesso di fare affermazioni così gravi. Credo che sia legittimo e anche giusto che chi non condivide la linea politica organizzi la propria lotta interna per cercare di mettere in evidenza i limiti della controparte e anche che si organizzi per tentare di riconquistare la maggioranza. Quello che non si può fare è un'azione che anziché stare al confronto politico, finisce con l'essere distruttiva e devastante per tutti.
Alcuni autorevoli esponenti del Pd sostengono che con «questa Rifondazione» non è possibile alcun accordo.

E' una forzatura. E' chiaro che con il Pd, dal punto di vista della sua proposta politica generale, le distanze nell'ultimo anno sono aumentate. Il partito democratico ha virato al centro, facendo di tutto, in campagna elettorale, per svuotare di consensi la sinistra di alternativa e Rifondazione in particolare. Il Pd in questi primi tre mesi di governo Berlusconi non ha sostanzialmente praticato alcuna forma di opposizione. Detto questo, non abbiamo mai detto né scritto che da questo discenda la rottura di qualsiasi forma di alleanza sul piano locale. Anzi riconfermiamo che le alleanze sul piano locale si fanno a partire dai contenuti e che siamo interessati a praticarle. Certamente, se c'è una cosa da correggere del comportamento del Prc negli ultimi anni, è che gli accordi e le alleanze erano diventati un fatto automatico. Dobbiamo ritornare al metodo che è sempre stato nostro, cioè appunto, quello di un confronto sui contenuti: se ci sono le condizioni si fa l'intesa altrimenti ognuno corre per conto suo.

D'Alema, però, continua a sostenere che avete rinunciato all'unità a sinistra.

Forse D'Alema ha seguito superficialmente il nostro dibattito o è stato male informato. Noi non rinunciamo assolutamente all'unità a sinistra. La differenza è che noi distinguiamo tra unità a sinistra e partito unico: non si costruisce alcuna unità a sinistra partendo dal superamento del Prc. Proponiamo un lavoro comune per costruire un autunno di lotta contro Berlusconi, un coordinamento delle forze della sinistra, ma non riteniamo che Rifondazione comunista abbia esaurito la propria autonomia e la propria specificità. Anche vedendo come sono andati i congressi della altre forze della sinistra, non si può dire che emergano delle proposte convergenti: l'unità si può trovare sui contenuti, sulle lotte ma difficilmente queste forze possono costruire un unico partito politico. Posso aggiungere una cosa?
Prego.

Sono rimasto un po' stupito dall'apprezzamento di D'Alema al Prc di Bertinotti. Se non ricordo male, nel '98, quando ci fu la rottura col governo Prodi, D'Alema non solo si scagliò pesantemente contro il Prc e il suo gruppo dirigente, ma appoggiò politicamente e concretamente la scissione di Cossutta e Diliberto. Diciamo che vedo un elemento strumentale e contraddittorio.

L'anno prossimo si vota alle europee. La maggioranza ha messo nero su bianco la propria proposta di sbarramento al 4%, mentre il Pd media al 3%.
Il sistema proporzionale attuale per le elezioni europee deve essere salvaguardato. Non c'è alcuna ragione al mondo per mettere degli sbarramenti. Chi li propone ritiene che servano ad impedire la proliferazione dei partiti e a garantire la governabilità del paese. Ma al parlamento europeo questo problema non si pone: non si deve eleggere alcun governo. Quindi l'introduzione degli sbarramenti serve solo per tenere fuori dal parlamento Ue delle sensibilità politiche, culturali e partitiche. E questo non è accettabile.

Ci sarà un accordo con il Pdci?

Dopo l'esperienza disastrosa della Sinistra arcobaleno dobbiamo lavorare in questo anno per andare alle europee con il nostro nome, il nostro simbolo, il nostro programma e liste caratterizzate come sempre dall'apertura verso i movimenti e altre formazioni politiche. Per quanto riguarda il Pdci, c'è una fase nuova di rapporti in corso da tempo. Va coltivata ma sarei contrario a vedere questo processo come un passaggio verso simboli nuovi o cose nuove. Sarebbe un grave errore.

Legge elettorale europea, immigrati, precari, inflazione oltre il 4% e Robin Hood che non si vede. E' complicato fare opposizione stando fuori dalle istituzioni.

Non c'è dubbio. La destra è forte e noi non siamo in buone condizioni. Ma noi, e questo è ciò che qualifica la linea che abbiamo proposto al congresso e intendiamo praticare, riteniamo che l'unico modo non dico per sconfiggere ma iniziare a sgretolare l'egemonia della destra sia quello di lavorare nella società. L'errore più grave che potremmo fare è comportarci come il Pd: inseguire la destra, solo "un po' meno". Noi non possiamo inseguire il Pd "solo un po' meno". Dobbiamo costruire una nostra proposta nettamente alternativa. Qui sta la sfida dei prossimi mesi: costruire un autunno di lotta, un'opposizione sociale con parole d'ordine e proposte nette e chiare, a partire dalla preparazione di un nuovo 20 ottobre con tutte le forze politiche e sociali della sinistra; a partire da una nostra vera conferenza dei lavoratori e delle lavoratrici; e a partire dal rilancio di alcune proposte forti sulle questioni sociali: nuova scala mobile; campagna referendaria contro la precarietà e la democrazia nei luoghi di lavoro. Attorno a questi temi, c'è la possibilità di rientrare nella società e per questa via iniziare a sgretolare la forza della destra.

Revelli accusa in maniera bipartisan i dirigenti del Prc di non aver capito la società e nemmeno di essersi sforzati di farlo.

Non c'è dubbio che il nostro congresso questo aspetto lo abbia ampiamente sottovalutato e penso che la causa sia certamente nei nostri limiti, nei nostri errori, ma credo anche in come abbiamo condotto il congresso. Se invece di lanciarci nella conta delle mozioni e su chi doveva fare il segretario ci fossimo più umilmente messi al lavoro per costruire un documento comune e discuterlo nei circoli e in dibattiti aperti alle altre forze della sinistra, forse questi limiti magari non li avremmo superati completamente, ma almeno li avremmo affrontati meglio.

Ma è vero o no che la sinistra sembra non aver più gli strumenti politici, culturali, organizzativi per leggere e capire i cambiamenti epocali in corso?

La sinistra è in difficoltà perché è dentro una sconfitta di portata storica e fa fatica a reagire. La proposta che noi facciamo, di ripartire dal basso a sinistra, che può sembrare una parola d'ordine un po' demagogica o propagandistica, in realtà credo possa essere un tentativo di uscire da questa empasse. Per me "dal basso" significa prendere atto che in questi anni (e soprattutto negli ultimi due con l'esperienza del governo Prodi) siamo stati percepiti come uguali agli altri; come persone che dicono una cosa, ma poi appena entrano nella stanza dei bottoni si fanno compromettere, corrompere. Così abbiamo perso la credibilità e il legame con i nostri referenti sociali. Partire dal basso significa ricostruire questi legami e lo si può fare solo a partire da un lavoro nella società. "A sinistra" significa un'altra cosa altrettanto semplice: in questi anni, anche per il quadro politico nel quale eravamo coinvolti, siamo stati risucchiati dal moderatismo che la coalizione ci ha imposto. In basso a sinistra, insomma, vuol dire rilanciare con maggiore nettezza le nostre proposte, le nostre battaglie di sempre.

Domanda d'obbligo su "Liberazione". La redazione è preoccupata di finire stritolata nella guerra tra, semplifico, vendoliani e ferreriani. Cosa dobbiamo aspettarci?

Se lavorassi a "Liberazione" mi preoccuperei di qualcos'altro. Ti rispondo da ex tesoriere che alla fine degli anni Novanta ha lavorato due anni per risanare i conti di "Liberazione" e, modestamente, ci era riuscito: il primo problema che vedo non è chi sarà il direttore o la disputa tra ferreriani e vendoliani, ma se nei prossimi mesi "Liberazione" ci sarà ancora o non ci sarà più, anche alla luce dei pesanti tagli che si profilano all'editoria di partito. Già da quest'anno, anche in conseguenza del fatto che non abbiamo più parlamentari, abbiamo dovuto dimezzare il contributo al giornale. Se a settembre non mettiamo decisamente mano a questa situazione, che per certi versi riguarda anche il partito, la discussione di cui leggo sui giornali diventa del tutto stucchevole e fuori luogo.

Nessun commento: