lunedì 6 aprile 2009

CPN del 29 Marzo 2009 - Intervento di Vincenzo Pillai


Condivido la proposta della segreteria su simbolo e dichiarazione politica unitaria anche se vedo tutti i rischi di questa soluzione. Voglio quindi cercare di sviluppare un punto che non mi sembra sufficientemente presente nella nostra riflessione. Se il precipitare della crisi socio economica è quale noi la descriviamo, attribuendo all’attacco ai salari, pensioni e diritti il cuor vero della crisi, allora, io credo che non prestiamo sufficiente attenzione alla preparazione dei nostri compagni rispetto a ciò che ci attende nel prossimo anno. Sinteticamente: i disoccupati di oggi non avranno trovato lavoro, chi è da tempo in cassa integrazioni ne uscirà con aiuti sempre più insufficienti ,chi entrerà in CIG saprà che difficilmente tornerà a lavorare nel breve periodo, una larga fascia di piccola borghesia avrà esaurito i risparmi e si ritroverà povera e frustrata, base ideale per operazioni peroniste, tanto più in presenza di un montante spirito razzista .Tutto ciò si accentuerà nell’arco di dodici mesi in cui saranno progressivamente erosi i salari,i diritti sindacali e civili, lo stato di democrazia che abbiamo conosciuto: anche se ci saranno lotte , punti di resistenza e ci sarà l’iniziativa del nostro partito con la presenza nella costruzione di forme di solidarietà mutualistica orientate a farsi rete.

Pensate pure a tinte meno fosche, perché quello su cui voglio attirare la vostra attenzione è che il nostro partito in questi anni non ha lavorato per costruire il militante anticapitalista che ci servirà nei luoghi di lavoro e nelle strade fra un anno. Noi abbiamo un’intera generazione che è cresciuta facendo politica sui ritmi e le modalità delle scadenze elettorali; molti non hanno neppure la fondamentale esperienza personale dello scontro con il padrone nel luogo di lavoro ,della militanza sindacale,ma solo quella del dibattito nel circolo o nelle sedi istituzionali e con gravi inclinazioni all’individualismo ,al carrierismo veicolato dall’ incultura berlusconiana: Dobbiamo, dunque, investire in uomini e mezzi per fare del partito, delle nuove case della solidarietà, i soggetti che mettono in rete le avanguardie e non sottraggono loro il potere, facendoci delegare bensì dando strumenti di memoria e di conoscenza dell’oggi per affrontare quello scontro nel quale si giocherà ben altro che la nostra presenza nelle istituzioni Infine, dopo quello che avete sentito sulla Sardegna vi garantisco che ci sono sardi che, in piena coerenza con l’articolo 23 del nuovo statuto, daranno il loro contributo alla lotta di tutti per tutti, disinnescando nei prossimi giorni, con l’aiuto di tutti voi, la trappola che l’attuale segreteria regionale ha costruito con accuratezza certosina .

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